E il Veneto firma un protocollo di legalità

Mercoledì 16 Settembre 2015
Rotazione del personale a rischio corruttibilità e scissione dei contratti in cui si rilevano anomalie criminose. Sono queste le principali «barriere anticrimine» descritte nel nuovo Protocollo di Legalità sottoscritto d'intesa dalle Prefetture del Veneto, dalla Regione, dall'Upi e dall'Anci. L'obiettivo è riportato nel titolo del documento, cioè prevenire i tentativi d'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Si vanno così ad ampliare le misure di prevenzione che già esistevano nelle pubbliche amministrazioni, soprattutto nelle aree più esposte ai tentativi di infiltrazioni mafiose e di «interferenze» o «pressioni» da parte di comitati d'affari e furbetti. Accanto alle tradizionali clausole antimafia sono state aggiunte delle novità per rafforzare l'impegno di trasparenza e legalità da una parte, ed eliminare il rischio di situazioni «privilegiate» dall'altra, impedendo che nel tempo si favoriscano aspettative dovute a relazioni particolari tra amministratori e cittadini. Il protocollo prevede che l'ente abbia la potestà di scindere il contratto dove c'è odore di illegalità: una «clausola risolutiva» che l'amministrazione può applicare ogni volta che un'impresa aggiudicatrice di appalto subisce un tentativo di concussione e tace. Chi subisce ricatti in silenzio è in torto e perde il contratto, stesso trattamento alla luce di accordi corruttivi tra chi ottiene e chi fornisce l'appalto. Queste anomalie illegali devono però essere confermate da misure giudiziarie. E considerato che l'attività criminosa spesso si nasconde dietro appalti regolari che subiscono variazioni in corso d'opera, è necessario un monitoraggio del fenomeno da parte degli enti locali. Sulla scia delle indicazioni fornite dal procuratore distrettuale antimafia di Venezia e dal procuratore regionale alla Corte dei Conti, è stata inviata una circolare agli enti invitando ad assicurare la rotazione del personale dirigenziale e di quello con funzioni di responsabilità (compresi i responsabili dei procedimenti) negli uffici delle attività sensibili, dove il rischio di corruzione è più elevato. La rotazione del personale nelle pubbliche amministrazioni è prevista anche dal Piano nazionale anticorruzione, come a dire: niente relazioni pericolose che durano nel tempo, e allo stesso tempo evitare la sovrapposizione di funzioni e il cumulo di incarichi.
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