Casa a fuoco: mamma salva i tre figli

Mercoledì 25 Novembre 2020
Casa a fuoco: mamma salva i tre figli
FELTRE
Un devastante incendio è scoppiato in una casa in centro ad Umin: salvi per miracolo la mamma e tre dei suoi quattro figli che in quel momento si trovavano in casa. Le fiamme hanno avvolto l'intera abitazione, al civico 5, distruggendola come fosse fatta di carta. Un rogo dalle vaste proporzioni sulle cui cause bisognerà fare chiarezza. Tutto sembra però essere partito dal sottotetto. Ma è presto per dire quale sia stato l'innesco di una furia così devastante, che solo per miracolo non ha causato feriti. Sul caso sono incorso indagini dei carabinieri di Arsiè, intervenuti per ricostruire l'accaduto, e dei vigili del fuoco
L'ALLARME
L'allarme è partito alle 17, mettendo in movimento numerose squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Feltre e del comando provinciale di Belluno. La violenza del rogo ha fatto temere un possibile propagarsi delle fiamme ad altre abitazioni vicine. A fuoco domato il bilancio è risultato drammatico: tre le unità abitative coinvolte. Fortunatamente però nessuna persona è rimasta ferita. Un'improvvisa fiammata, secondo le testimonianze, ha dato il via all'incendio, poi le lingue di fuoco hanno iniziato ad salire sempre più alte. I muri sembrano volersi accartocciare sotto la loro potenza devastante.
VIA SAN MARCELLO
In quella casa di via san Marcello ad Umin abitano da un paio d'anni i coniugi Lara Nard e Giordano Demis con i loro quattro figli di 5, 7, 12 e 13 anni. Al momento dell'incendio però a casa ce n'erano solo tre, il quarto, dodicenne, era fuori. Non appena l'incendio è scoppiato la mamma ha avuto la forza di urlare ai propri figli di scappare fuori, prendendo per mano la più piccola di cinque anni. Una volta realizzato che tutti erano in salvo la donna si è chiusa in uno stato di shock ed è stata accompagnata insieme ai figli a casa dello zio che abita poco distante.
IL TESTIMONE
Ai vigili del fuoco la segnalazione è arrivata alle 16.55 ma la potenza del fuoco ha fatto sì che in pochissimo tempo le fiamme bruciassero tutte le parti lignee dell'edificio, lasciano in piedi solo muri anneriti. Il testimone che ha chiamato i soccorsi ha dato un'immagine emblematica: «Si vede attraverso i muri». Immediatamente i vigili del fuoco si sono mossi intervenendo in maniera tempestiva, ma al loro arrivo lo scenario era fuori controllo per poter sperare in un recupero della situazione. Fiamme altissime in un contesto non facile da gestire, tra altre abitazioni. La preoccupazione era alle stelle.
TIMORI PER LE CASE VICINE
Per cercare di circoscrivere il rogo nel più breve tempo possibile, evitando un disastro in paese, sono giunti anche i vigili del fuoco volontari del Basso Feltrino, e successivamente in supporto anche quelli di Montebelluna: all'opera una decina di squadre. A garantire la sicurezza anche i carabinieri della stazione di Arsiè giunti sul posto. Sono stati momenti estremamente difficili, perché si è realmente temuto per una possibile propagazione delle fiamme ad altre case. Ad un certo punto, si è temuto di dover far sgomberare diverse case, ma alla fine la situazione è rientrata. Verso le 19 le fiamme erano spente, anche se il lavoro dei pompieri è proseguito fino a tarda notte per spegnere ogni possibile focolaio.
SI VALUTANO LE CAUSE
Un vicino di casa della donna ha assistito inerme a quanto accaduto. La nipote infatti è uscita nel poggiolo ed ha iniziato a chiamare con forza «nonno, nonno, nonno» e quando il famigliare si è avvicinato si sarebbe udito distintamente il botto ed una grande fiammata che ha avvolto l'abitazione. Al momento non ci sono notizie su quale possa essere la causa che ha innescato un quadro così devastante. Lo scoppio di una bombola del gas o, più plausibilmente, l'incendio potrebbe essere scaturito da un surriscaldamento della canna fumaria. Su questo aspetto servirà un approfondimento da parte dei vigili del fuoco. Nel frattempo la famiglia ha trovato alloggio da parenti, sempre ad Umin, in quanto la casa è stata ovviamente dichiarata inagibile.
Eleonora Scarton
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