Veneto, giù le mascherine Zaia: «Ma tenetele in tasca»

Sabato 30 Maggio 2020
LE NOVITÀ
VENEZIA Addio mascherina. Da lunedì 1° giugno e fino al 14 giugno in Veneto non la indosseremo più, ma la terremo in tasca nel caso in cui sia necessario proteggersi. E cioè quando si starà al chiuso, nei negozi, nei supermercati, in chiesa. E all'aperto, ad esempio al mercato, nel caso in cui non si riesca a garantire il distanziamento sociale. La regola è sempre quella del metro: se all'aperto si riesce a stare distanti gli uni dagli altri di almeno un metro allora la mascherina non serve, se il metro invece non c'è allora bisogna tapparsi naso e bocca. Dopo il 14 giugno si vedrà. Intanto la liberazione è stata comunicata ieri dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, nel corso della consueta diretta social e tv e poi ufficializzata con la pubblicazione sul Bur dell'ordinanza numero 55. In anticipo rispetto ai tempi cui ci ha abituato il governo nazionale, la Regione non solo ha comunicato la nuova ordinanza, ma ha anche interrotto i termini del suo precedente provvedimento. E qui val la pena fare un passo indietro: il 17 maggio il governatore ha firmato l'ordinanza numero 48 che, tra le varie cose, obbligava tutti in Veneto a dotarsi di mascherina anche solo per uscire di casa. Quell'ordinanza entrava in vigore il 18 maggio e scadeva - scadrà - il 3 giugno. In realtà scadrà prima, perché dalle 00:01 di lunedì 1° giugno varrà il nuovo provvedimento firmato ieri da Zaia che toglie la mascherina.
LE DISPOSIZIONI
L'ordinanza mette anche nero su bianco le linee guida per la riapertura delle case di riposo, quelle già annunciate nei giorni scorsi per l'ammissione di nuovi ospiti ma anche per le visite dei familiari agli anziani ricoverati. Il fatto, però, che la riaperture delle case di riposo sia dettagliata nell'ordinanza non significa che le strutture siano obbligate ad eseguire quei dettami: vale l'autonomia gestionale e, quindi, chi vuole può anche decidere di tenere chiuso. Tra l'altro le linee guida sono già state contestate: «Sono disposizioni che sostanzialmente dicono tutto e il suo contrario e che caricano sulle singole strutture le responsabilità, esattamente come è successo nella fase dell'emergenza», ha detto Ivan Bernini, segretario generale Fp Cgil Veneto.
I NODI
I nodi irrisolti? Le terme possono riaprire, ma non le spa: saune e bagni turchi sono troppo pericolosi, basta che entri un cliente positivo al coronavirus e l'effetto aerosol è assicurato. E sempre in tema di prudenza, in spiaggia è stato aumentato da 10 a 12 metri quadrati lo spazio di ogni ombrellone. Sarà accolta con favore, invece, la disposizione dell'ordinanza che semplifica i centri estivi per i ragazzi dai 3 ai 17 anni: basterà che i gestori inviino un modulo al Comune per comunicare l'inizio dell'attività (l'Ulss è saltata a pie' pari, ma può sempre controllare), mentre dovrà esserci una assunzione di responsabilità da parte delle famiglie e dei gestori: le prime si impegneranno a tenere monitorati i figli (ad esempio: se hanno la febbre devono stare a casa), i secondi a rispettare le linee guida. La bella notizia per i nonni (e ancor più per i genitori) è che il divieto per gli over 60 di accompagnare i bimbi ai centri estivi è stato declassato a raccomandazione. La brutta notizia è che i nidi 0-3 anni sono ancora bloccati in attesa del via libera del Governo.
LA MANIFESTAZIONE
Rispondendo a una domanda, Zaia ha comunicato che non parteciperà alla manifestazione indetta per il 2 giugno dal centrodestra a Roma: «Mi è proibito per legge spostarmi fuori regione». Magari andrà a Venezia? «Dipende dall'orario», sottintendendo che non sarà possibile se coinciderà con l'appuntamento della quotidiana conferenza stampa. Quanto all'ospedale del Qatar, l'assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin è stato esplicito: «Sanno che o ci danno l'ospedale completo o non ci interessa. Se non viene completato, se lo vengono a riprendere».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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