Renzi sfida il Pd: scarichi i populisti, il Centro è decisivo `

Lunedì 22 Novembre 2021
L'EVENTO
ROMA Italia Viva per Matteo Renzi sarà l'ago della bilancia dei prossimi passaggi politici, dalla costruzione di una nuova area di centro alla trattativa per il Colle. E allora cita Machiavelli, perché - dice - nei prossimi mesi servirà la tattica. Il leader di Italia viva ha chiuso ieri la Leopolda numero 11, convinto che Giuseppe Conte, Giorgia Meloni, Enrico Letta e Matteo Salvini vogliano le elezioni nel 2022. Per Renzi sarebbe sbagliato ma, nel caso, Italia Viva si farà trovare pronta. Probabilmente è una mossa per far uscire allo scoperto chi davvero lavora alle elezioni per portare nelle Camere parlamentari del proprio Cerchio Magico.
Intanto spiega che sarà al Centro, dove c'è lo spazio decisivo per vincere. Lo stesso luogo politico che sarà decisivo nei giorni fatali della scelta del nuovo presidente della Repubblica. Nell'intervento di chiusura della Leopolda, il leader di Italia Viva ha tracciato l'identikit strategico del partito: nel centrosinistra se il Pd lascia il M5s, ma siccome non lo farà, allora al Centro.
I COMPAGNI DI VIAGGIO
Chi saranno i compagni di strada si è visto alla Leopolda, con gli interventi di esponenti di Coraggio Italia, +Europa, Azione. E anche di Riccardo Nencini del Psi. E Forza Italia? «Se Berlusconi apre al reddito di cittadinanza allora dico di no», risponde Renzi in serata, alla tv. Se è chiaro con chi non andrà Italia viva - «né con Lega e FdI, né col M5s» - resta ancora da capire chi sono gli altri alleati.
LA PARTITA
Una indicazione di rotta la dà Ettore Rosato: «Chi crede in una leadership naturale di Draghi può fare un percorso insieme a noi». Che poi è anche un modo per lanciare l'esperienza di Draghi a Palazzo Chigi oltre il 2023. E fra Carlo Calenda, Renzi, Emma Bonino e magari qualche esponente di Forza Italia in uscita o di Base Riformista in bilico, chi sarà il leader del centro? «Ognuno giocherà la sua partita, poi decideranno gli elettori», sottolinea Rosato. Renzi fa la parte di quello che non gli interessa troppo: «Se lo vedete come un luogo di ambizioni personali allora non funzionerà mai. E invece è il luogo dove si vincono le elezioni in Italia, in Europa e nel mondo».
Dalla Leopolda, le bordate sono tutte per Pd, M5s, Lega e FdI. Per il Pd più che per gli altri, perché Renzi intende smarcarsi il più possibile dal suo ex partito: «Se sceglie di fare la sfida contro la destra nel campo del riformismo - ha detto Renzi - deve tagliare i ponti con il M5S». Richiesta fatta sapendo perfettamente che il Pd non ha alcuna intenzione di esaudirla. Guardando ai 5Stelle e ripescando Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani, il Pd «ha trasformato la nostra casa, il centrosinistra, in una baracca politica», rincara la dose Rosato.
IL COLLE ALL'ORIZZONTE
Chi si aspettava qualche indicazione sul prossimo Presidente della Repubblica è rimasto deluso. Gli unici passaggi di Renzi sono la citazione polemica di Luigi Di Maio, «che voleva processare Mattarella per altro tradimento», e poi, in serata su Rete 4, quando auspica «di votare con Salvini, Meloni, Conte e Letta, perché il Quirinale è l'arbitro e più votiamo assieme e meglio è».
L'annuncio arriva su un altro fronte: il capogruppo di Iv al Senato, Davide Faraone, sarà in corsa per la poltrona di sindaco a Palermo: «La sua candidatura non sarà figlia di un accordicchio con qualche forza politica», dice Renzi. Perché c'è chi sospetta che quella mossa sia un tassello dell'avvicinamento al centrodestra. Che in Iv non piace troppo. «Il nostro campo è il centrosinistra», ha urlato la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti fra gli applausi del pubblico.
La Leopolda 2021 è stata comunque caratterizzata dal tema inchieste. Renzi ha attaccato i magistrati che stanno indagando su Open: «Stanno facendo un processo politico», dice. «Accuse gravissime e inaccettabili», è la replica assai dura dell'Associazione Nazionale Magistrati.
LO SCONTRO
Mentre Maria Elena Boschi si è commossa quando il pubblico l'ha applaudita mentre ricordava la vicenda Banca Etruria: «C'è un momento in cui si raggiunge un limite, basta - ha detto la capogruppo di Iv alla Camera - la macchina del fango l'hanno fatta loro e noi l'abbiamo subita».
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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