REGIONE
VENEZIA Dopo quasi un trentennio, il Veneto ha un nuovo strumento di

Mercoledì 1 Luglio 2020
REGIONE
VENEZIA Dopo quasi un trentennio, il Veneto ha un nuovo strumento di governo del territorio. Con 28 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astenuto, l'assemblea legislativa di Palazzo Ferro Fini ha infatti approvato il Piano territoriale regionale di coordinamento. «Si chiude un'era: abbiamo dato coerenza alla pianificazione di questi anni», ha esultato il relatore zaiano Francesco Calzavara. «Uno strumento che porta avanti una anarco-urbanistica dove si può fare tutto e il contrario di tutto», l'ha invece definito il correlatore dem Stefano Fracasso.
LE CRITICHE
Proprio il Partito Democratico ha formulato numerose critiche al Ptrc: «Troppi errori e omissioni». In particolare Graziano Azzalin ha segnalato il caso di Porto Tolle: «Preoccupa la presenza nella cartografia dell'ex centrale Enel, un impianto inattivo da anni e in via di smantellamento, con l'area già ceduta per la realizzazione di un villaggio turistico. Per non dire poi della famosa quercia di Dante, un monumentale albero del 1300: peccato che sia stato abbattuto da un fulmine ancora nel 2013». Ha aggiunto Andrea Zanoni: «Viene citata Sappada tra i principali ambiti sciistici-funiviari. Dopo quella con il Trentino, Zaia ha intenzione di aprire una nuova lotta sui confini anche con il Friuli?». Ha osservato Francesca Zottis: «Nonostante un'attesa di undici anni, abbiamo più incertezze rispetto a quando siamo partiti, col rischio di un'invalidazione». Ha concordato il Movimento 5 Stelle con Manuel Brusco: «Riteniamo grave non aver previsto la valenza paesaggistica». Replica dell'assessore leghista Cristiano Corazzari: «Il Ptrc ricolloca l'urbanistica al centro, con attenzione per la rigenerazione urbana e il contenimento del consumo di suolo». (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci