Meglio i bonus che un lavoro Gli hotel a corto di personale

Domenica 9 Agosto 2020
Meglio i bonus che un lavoro Gli hotel a corto di personale
IL CASO
JESOLO «Siamo nel momento clou di una stagione già di per sé molto complicata e si è aggiunto un problema gravoso: la difficoltà a reperire personale. In tanti vengono a fare il colloquio e poi ci rispondono che preferiscono rimanersene a casa, coperti da reddito di cittadinanza, bonus o altre forme di sostegno». Dall'iniziale crisi, alla crescita delle presenze ma con la carenza del personale. A pesare, come macigni, i bonus erogati dal governo e gli assegni della cassa integrazione che allontano da bar, ristoranti e hotel i lavoratori stagionali. È l'allarme lanciato da Alberto Maschio, presidente dell'Associazione jesolana albergatori: «Molti colleghi, ma il problema riguarda anche le attività di ristorazion, segnalano continuamente la difficoltà a reperire personale: si tratta di figure professionali tra le più disparate, per un totale che si assesta attorno al 30%. Già nel mese di luglio, quando il lavoro richiedeva l'assunzione di altre persone, avevamo ottenuto una risposta non particolarmente confortante; in questo momento la situazione si è aggravata. Viene da pensare che a molti conviene stare a casa anziché cercare occupazione e questo è preoccupante, anche in prospettiva futura».
Insomma, un vero e proprio problema di assistenzialismo. «Il problema aggiunge Maschio - è imputabile in parte a una sorta di cultura dell'assistenzialismo che si sta creando: stiamo pagando potenziali lavoratori per starsene a casa. Più di qualcuno, al termine del colloquio, ci ha risposto che preferisce non venire a lavorare, perché comunque percepisce il reddito di cittadinanza. Anche per evitare questa situazione e creare comunque posti di lavoro, oltre che aiutare le aziende, fin da subito avevamo proposto la decontribuzione dei rapporti di lavoro stagionali. Il concetto era semplice: visto che lo Stato comunque garantiva un sostegno alle persone, proponevamo che questo importo si tramutasse in abbattimento del costo del lavoro. Le aziende avrebbero potuto permettersi di avere del personale a pieno organico (e un po' di respiro, dal punto di vista dei costi, visto che quest'anno gli incassi avranno un abbattimento di almeno il 50%) anche nei momenti iniziali più critici della stagione. Il lavoratore avrebbe avuto un compenso più alto, rispetto ai vari bonus ricevuti fino a ora, la garanzia di un posto di lavoro, creando così economia. Purtroppo non ci hanno voluto ascoltare e queste sono le conseguenze. Ricordiamoci sempre che molte imprese hanno aperto, nonostante le incognite, per un senso di responsabilità sociale».
MANSIONI SOTTOPAGATE
A essere rigettata è poi la critica di mansioni sottopagate. «È un falso mito aggiunge Maschio - su questo punto ho sentito di tutto ma prendo le distanze dall'immagine degli imprenditori paragonata a degli sfruttatori: oggi un nostro collaboratore di cucina per 40 ore settimanalI ha uno stipendio mensile di 1.650 euro netti ai quali vanno aggiunti più di 800 euro di trattenute». E su questo punto per Maschio sembra una beffa l'ultima bozza del decreto di agosto: «È previsto conclude il presidente dell'Aja - l'esonero dei contributi per le assunzioni a tempo determinato per turismo e terme. Visto che siamo ormai a metà del mese e che questo decreto potrebbe partire da settembre, ovvero a stagione balneare ormai quasi conclusa, è da capire se il decreto sarà o meno retroattivo; se non lo fosse, sarebbe inutile».
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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