Incinta e non vaccinata È corsa contro il tempo per salvare lei e il bimbo

Domenica 19 Settembre 2021
IL CASO
TREVISO Rischia di perdere il bambino a causa dell'infezione da coronavirus. È molto grave il quadro clinico della donna ormai al settimo mese di gravidanza che da due giorni sta lottando contro il Covid in un letto della Terapia intensiva dell'ospedale di Treviso, dove è stata sedata e intubata. La paziente, non ancora trentenne, di origini marocchine, non si era vaccinata. Oltre ai rianimatori, è seguita minuto dopo minuto anche da un'equipe dell'unità di Ginecologia e ostetricia. I medici stanno facendo tutto il possibile per ridurre le difficoltà respiratorie. È una corsa contro il tempo: si devono di fatto salvare due persone. I danni rischiano inevitabilmente di riversarsi anche sul piccolo che porta in grembo. Con il pancione, non è semplice neppure metterla in posizione prona per agevolare le funzionalità polmonari. In queste ore gli specialisti stanno prendendo in considerazione la possibilità di far nascere il bambino prematuramente. Così da ridurre i rischi di sofferenza. Ma bisogna fare i conti con il fatto che potrebbe essere ancora troppo piccolo per sopravvivere in un'incubatrice. Dopotutto nemmeno la mamma è fuori pericolo. Così la situazione resta delicatissima.
«È a rischio lei e di conseguenza è a rischio anche il bambino», conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl trevigiana. A quanto pare la donna aveva scelto di attendere il parto prima di vaccinarsi contro il Covid. Il virus, però, è arrivato prima. In modo devastante. È stata contagiata nell'ambito di un focolaio che si è sviluppato attraverso cluster familiari tra i cittadini della comunità marocchina residente nella provincia di Treviso in seguito al loro rientro dopo un periodo passato nel Paese d'origine. Fino a questo momento sono state confermate 28 positività. All'inizio i sintomi erano lievi. Poi le cose sono improvvisamente peggiorate. E l'altro ieri è arrivata al pronto soccorso di Treviso con problemi respiratori così gravi da far scattare subito il trasferimento d'urgenza in Rianimazione.
LE ALTRE PAZIENTI
Nelle stesse ore a Treviso è stata ricoverata anche un'altra donna di origini marocchine colpita dal coronavirus, pure lei non ancora trentenne, non vaccinata, alle porte del sesto mese di gravidanza. Dopo un passaggio in Terapia intensiva, però, le condizioni di questa ultima sono in lento miglioramento. Ieri è uscita dalla Rianimazione ed è stata spostata nell'unità sub-intensiva di Pneumologia, dove rimane sotto ossigeno ad alti flussi.
Nella stessa Pneumologia, infine, c'è sempre la donna di 37 anni, a sua volta di origini africane, al settimo mese di gravidanza, arrivata a Treviso una decina di giorni fa dall'ospedale San Martino di Belluno. Alla luce di questi casi, ora l'Usl trevigiana lancia un appello a tutte le donne in dolce attesa. «La vaccinazione contro il coronavirus è fondamentale anche e soprattutto per chi è incinta chiarisce Benazzi non ci sono controindicazioni. Anzi, si riducono i rischi per il feto».
Tra mercoledì e giovedì gli specialisti dell'Usl incontreranno i medici di famiglia e gli specialisti e il personale dei consultori. L'obiettivo è richiamare tutti alla necessità di aumentare il livello di sensibilizzazione tra le donne incinte affinché scelgano di vaccinarsi contro il Covid, senza rimandare l'iniezione a dopo il parto. Inizialmente c'era qualche incertezza davanti alle donne in gravidanza. E ancora adesso non mancano i camici bianchi disposti a firmare un certificato per spostare l'iniezione anti-Covid a dopo il parto. Secondo le autorità sanitarie e la stessa Usl trevigiana, però, questo non è necessario, se non i specifici casi particolari. Anzi, può essere controproducente. L'obiettivo è vaccinare quanto prima anche chi sta aspettando un bambino, in modo da proteggere dal coronavirus pure la nuova vita che sta sbocciando.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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