IL PROVVEDIMENTO
VENEZIA Crac bancari, si alza a 200mila euro di patrimonio mobiliare

Giovedì 25 Aprile 2019
IL PROVVEDIMENTO
VENEZIA Crac bancari, si alza a 200mila euro di patrimonio mobiliare il tetto per accedere ai rimborsi automatici ma solo se ci sarà il via libera europeo. Il consiglio dei ministri di martedì notte ha partorito alla fine un topolino, almeno per quanto riguarda i risparmiatori truffati delle banche messe in liquidazione dal 15 novembre 2015 a fine 2017 (quindi non solo Popolare Vicenza e Veneto Banca ma anche per esempio due Bcc regionali come Crediveneto e Padovana). Di fatto è stato confermato l'impianto della norma doppio binario concordata dal ministro dell'economia Giovanni Tria con la Ue e presentata alle associazioni l'8 aprile, approvata da 17 sigle su 19, unici contrari Coordinamento Don Torta di Andrea Arman e Noi che credevamo di Luigi Ugone.
Alla procedura automatica potranno accedere i detentori di azioni e obbligazioni subordinate delle banche liquidate che hanno un reddito lordo imponibile 2018 inferiore a 35mila euro o con patrimonio mobiliare (azioni, bond, titoli di Stato) fino a 100mila euro allargabile fino a 200mila euro se ci sarà il via libera Ue. «Questa modifica dovrà essere approvata dall'Unione Europea - spiega il sottosegretario all'economia Massimo Bitonci - che aveva già dato il via libera di massima sulla normativa presentata l'8 aprile ai risparmiatori dal premier Conte perché rientrava nella casistica delle misure di carattere sociale. In ogni caso chi ha fino a 100mila euro di patrimonio mobiliare avrà diritto alla procedura accelerata. Sui risparmiatori ha vinto la linea della Lega di Matteo Salvini, quella dei fatti e non delle parole. Queste soglie permetteranno di rimborsare il 90% dei risparmiatori truffati». Calcoli non fatti a caso. Per esempio la stragrande maggioranza dei veneti dichiara meno di 35mila euro di reddito.
ONERI FISCALI
Confermato il rimborso del 30% del costo di acquisto di azioni con un'aggiunta: «Inclusi gli oneri fiscali». «Per esempio il costo dell'affrancatura», spiega il presidente del Codacons Veneto Franco Conte, «cioè di quel versamento che serviva ad anticipare il pagamento del capital gain». Il rimborso per i detentori di obbligazioni subordinate resta al 95% del prezzo d'acquisto. Rientrano nella platea dei rimborsabili anche «imprenditori individuali, anche agricoli, coltivatori diretti» ... «ovvero i loro successori mortis causa o il coniuge, il soggetto legato da unione civile, il convivente more uxorio o di fatto, i parenti entro il secondo grado in possesso dei suddetti strumenti finanziari a seguito di trasferimento con atto tra vivi». La precisazione sugli eredi è una novità.
«Da ricordare che potranno accedere agli indennizzi automatici i risparmiatori che rientrano in uno dei due casi definiti, cioè 35mila euro di reddito o 100mila di patrimonio, eventualmente raddoppiabile», ricorda Bitonci. Quindi basta soddisfare uno dei due requisiti per rientrare nella procedura accelerata. Che comunque non assicurerà pagamenti in tempi brevi. «Ragionevolmente pensiamo che i primi indennizzi non arriveranno prima del prossimo novembre, ci sono da analizzare quantomeno dal punto di vista della documentazione decine di migliaia di domande - spiega Bitonci -. Il Parlamento deve approvare il decreto entro 60 giorni, il ministro dell'economia deve promulgare i decreti attuativi, già pronti, e si deve rendere operativo il portale per poter presentare la domanda di rimborso, che potrebbe essere attivato entro maggio. In ogni caso i risparmiatori hanno 180 giorni per presentare la domanda e la norma sarà operativa una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Per sgombrare anche il campo da allarmismi, posso assicurare che le risorse ci sono, già dal 2019 sono a disposizione per cassa per gli indennizzi 525 milioni».
Rimane il tetto dei risarcimenti: 100mila euro per ogni risparmiatore. Una soglia che in qualche modo riecheggia il muro del bail-in sui conti correnti. Resta lo sconcerto di veder trattati alla stessa maniera i piccoli risparmiatori che hanno investito per esempio tutto il loro Tfr di 40mila euro in azioni di Popolare Vicenza (banca non quotata e quindi ritenuta erroneamente più sicura) e chi ha puntato poco meno di 300mila euro (somma da esperti di finanza e investitori importanti anche per soggetti come Mediobanca) in bond subordinati o azioni delle banche liquidate. Al risarcimento accelerato potrebbero infatti accedere persone che hanno investito per esempio poco meno di 300mila euro in azioni BpVi (30% rimborsabile fino a centomila euro) e hanno un patrimonio mobiliare consistente, in pratica dei mezzi milionari. Sarebbero questi i casi sociali? «Per questo ci batteremo in sede di conversione del decreto per arrivare al 100% dei rimborsi per chi ha subito un danno ingiusto ed è in condizioni di difficoltà economiche, non si può mettere tutti sullo stesso piano», osserva Conte.
VIOLAZIONI MASSIVE
Sopra queste soglie - con l'ipotesi di 200mila di patrimonio mobiliare da verificare con la Ue - entrerà in campo la Commissione tecnica che dovrà individuare le violazioni massive, nonché della sussistenza del nesso di casualità tra le medesime e il danno subito dai risparmiatori definendo la tipizzazione delle violazioni massive per avviare gli indennizzi alla procedura di indennizzo diretta ma anche analizzerà se possono essere rimborsati i risparmiatori che hanno maggiori disponibilità.
Ora parte una nuova corsa contro il tempo. Con una grande incognita. Se il Parlamento modifica la legge in sede di conversione la macchina dei rimborsi rischia di incepparsi di nuovo. Ma su questo punto dai piani alti del governo si rassicura: sarà messa la fiducia.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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