IL CASO
MILANO Il palco è un bus scoperto, il colore simbolo l'arancione.

Sabato 10 Novembre 2018
IL CASO
MILANO Il palco è un bus scoperto, il colore simbolo l'arancione. L'onda dei Sì tav invade Torino e quella di oggi in piazza Castello, assicurano gli organizzatori, non è «una manifestazione contro, ma per: per la città, per la crescita e lo sviluppo». È una «protesta gentile», in una vicenda che di garbato non ha nulla: scambi di accuse tra i due fronti, la giunta della sindaca Chiara Appendino che fa muro e il giudizio finale sull'opera affidato a una commissione fantasma.
NESSUN ATTO UFFICIALE
Un problema non da poco. La realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione, già costata svariate centinaia di milioni che si trasformeranno in 5 miliardi di appalti pubblici, è appesa al rapporto finale della commissione per l'analisi costi-benefici delle grandi opere. Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ne ha annunciato la costituzione più di quattro mesi fa e ha scelto i componenti, ma gli atti di nomina degli esperti sono ancora al vaglio della Corte dei conti, che tra l'altro ha sollevato alcuni rilievi. E dunque gli incarichi sono privi di efficacia. Il Mit replica che i controlli della magistratura contabile rientrano in una «normale dinamica», che non interferiscono «con la sostanza dell'azione degli esperti incaricati dal ministero». Il lavoro dei tecnici, puntualizza Toninelli, è «già in stato avanzato di elaborazione» e «darà frutti che molto presto saranno, in modo trasparente, a disposizione dell'opinione pubblica». Ma proprio un rappresentante dell'organismo non è dello stesso parere: la commissione «non esiste formalmente», piuttosto «c'è un gruppo di consulenti: il ministro ha chiamato dei tecnici e ha chiesto il loro parere e ha promesso che poi sarebbero stati retribuiti», rettifica Marco Ponti, professore ordinario di Economia applicata al Politecnico di Milano. «Non esiste un atto ufficiale - spiega - Il ministro Toninelli ci ha chiesto di fare queste analisi. Noi siamo tutti esperti del settore e abbiamo risposto: va bene, le facciamo. L'iter burocratico dei nostri contratti è ancora molto lungo per una serie di ragioni». Se la commissione non esiste, come lavorate? «Via internet, ci scambiamo i dati - dice Ponti - Abbiamo fatto una decina di riunioni tra Milano e Roma, ma mai in sede formale perché non abbiamo una sede ufficiale. Siamo un gruppo di studiosi partiti sulla fiducia perché ci pare doveroso farlo. Noi facciamo i conti e la politica poi decide».
IL CONTO DI BRUXELLES
Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino è indignato. «Il fatto che la commissione per l'analisi costi benefici non sia ancora insediata è un segno del fatto che il governo vuole allungare i tempi - riflette - Ci vengono raccontate balle per perdere tempo, sperando che intervenga qualcosa che fermi l'opera. Ci sono in gioco due miliardi e mezzo subito e altri due e mezzo entro il 2019: se non partono gli appalti, il rischio che l'Europa richieda i soldi indietro è concreto, i tempi non sono irrilevanti». Il prezzo da pagare, qualora il governo decidesse di abbandonare il progetto dell'alta velocità, sarebbe salato. L'Italia dovrebbe rimborsare alla Ue circa 500 milioni già incassati e perderebbe 700 milioni ancora disponibili per il periodo 2014-2020, stando alle cifre che trapelano da Bruxelles. E non finisce qui. Come spiega Antonio Mattio, presidente dell'Ance di Torino, «tra penali, la figuraccia che si traduce in danno d'immagine, la risistemazione del territorio, perché non possiamo certo lasciare i buchi dove ci sono le gallerie, e il ripristino idrogeologico, le spese sarebbero pari a quelle per il completamento dell'opera». Così oggi scenderanno in piazza in 40 mila a sostegno della tav: oltre trenta associazioni del lavoro, sei organizzazioni dei sindacati, commercianti e ordini professionali. La prima cittadina seguirà a distanza. «È noto che sono contraria all'opera, ma la mia non è una posizione ideologica», spiega Chiara Appendino. «Un sindaco non deve giudicare chi decide di manifestare ma ha l'obbligo di ascoltare e il mio atteggiamento è di apertura e ascolto. C'è una parte della città che in modo legittimo sta facendo emergere la propria posizione rispetto alla tav, c'è un governo che sta facendo un'analisi costi benefici che ritengo corretta. Ora è importante che si chiuda in fretta per poter decidere, bisogna avere il coraggio delle proprie scelte».
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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