Il Bekèr testimone di nozze «Non andava a cercarsi guai, aveva a cuore i più deboli»

Mercoledì 24 Febbraio 2021
Il Bekèr testimone di nozze «Non andava a cercarsi guai, aveva a cuore i più deboli»

L'AMICO
VENEZIA «Era un diplomatico atipico, che amava dispensare sorrisi, poco formale, semplice e un grande amico». Fabrizio Nonis ricorda così Luca Attanasio, 43 anni, moglie e tre figlie piccole, l'ambasciatore italiano in Congo morto in un agguato mentre stava portando a termine una missione umanitaria. Nonis, personaggio televisivo noto come el Beker, macellaio-giornalista di Cinto Caomaggiore (Venezia) era stato il suo testimone di nozze nel 2015 e aveva conosciuto Attanasio quando era viceconsole in Marocco, tra il 2010 e il 2013, dove il giornalista-gourmet si era recato per tenere un corso gastronomico e diffondere la cultura culinaria di Veneto e Friuli.
«Da allora è nata un'amicizia che, considerato che entrambi eravamo spesso in giro per lavoro, non poteva essere di quantità, ma di qualità - spiega Nonis -. Ci vedevamo poco ma eravamo sempre in contatto. Lui era una persona speciale, sempre positiva. Ma non certo uno che andava a cacciarsi nei guai. Tutt'altro, era molto responsabile, sapeva che doveva esserlo per la sua famiglia, le figlie, la moglie, i genitori e per quanti gli volevano bene, tanti».
Ci tiene a ribadirlo Nonis: «Non credo fosse consapevole dei rischi che correva quando è partito per quella missione che gli è costata la vita. Era prudente. Mi avesse chiesto di accompagnarlo, non avrei esitato. Trasmetteva fiducia - prosegue - Non era un arrivista, la sua missione era seminare solidarietà, creare soluzioni. Prendeva a cuore le cause dei più deboli, gettava ponti tra culture diverse».
«Era un diplomatico atipico - ripete Nonis - e si circondava di persone che splendevano, come il carabiniere che gli faceva da scorta. Aveva un talento naturale nel fare squadra, con lui non dovevi fare lunghe anticamere, era una persona alla mano e cercava di mettere gli altri a proprio agio, indipendentemente dal ceto sociale, dalla nazionalità».
Fabrizio Nonis conclude con un aneddoto: «Mi trovavo a Marrakesh per la promozione del festival del cinema e l'ho invitato a raggiungermi. Quando gli organizzatori hanno saputo che stava arrivando un diplomatico italiano hanno voluto a tutti i costo stendergli un tappeto rosso. Lui era divertito all'idea. Fummo circondati dai flash di fotografi che si chiedevano chi fossimo, non certo star del cinema. Lui mi disse: Fabri, non siamo nessuno, ma non abbiamo fatto una brutta figura e giù a ridere. Luca era splendido».
e.g.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci