«Fuga radioattiva a Taishan» I francesi danno l'allarme, ma Pechino: tutto in ordine

Martedì 15 Giugno 2021
IL PERICOLO
PARIGI «Allerta radioattiva imminente»: l'allarme è scattato da almeno una settimana. A darlo è stato Framatone, filiale del colosso energetico francese Edf, e riguarda il reattore numero 1 della centrale nucleare di Taishan, nel sud della Cina, che Edf ha costruito e di cui è responsabile della manutenzione. A preoccupare è che l'allarme sia stato comunicato dai francesi agli americani, con una lettera al dipartimento dell'Energia in cui si chiede di preparare un'assistenza tecnica in vista di una fuga radioattiva. «Se Framatone ha deciso di allertare gli Stati Uniti è che giudica la situazione critica» ha scritto ieri il Parisien.
Il contenuto della lettera è stato reso noto dalla Cnn. Ieri nel pomeriggio Edf ha tenuto a precisare e in parte a rassicurare: «siamo stati informati dell'aumento di concentrazione di alcuni gas nobili nel circuito primario del reattore N.1 della centrale di Taishan» ha ammesso il gruppo francese in un comunicato, precisando che «la presenza di alcuni gas nobili nel circuito primario è un fenomeno noto, studiato e previsto dalle procedure di gestione dei reattori».
LA DINAMICA
I gas in questione sarebbero argon, elio, cripton, neon e xeno, tutti prodotti della fissione nucleare nel nocciolo del nucleare. Secondo alcune fonti a Parigi, potrebbero esserci stati dei problemi di tenuta delle guaine delle barre di combustibile, che potrebbero dunque aver lasciato passare gas nobili nel circuito primario, in cui scorre acqua pressurizzata che funge da fluido refrigerante del nocciolo.
La centrale di Taishan è la prima al mondo a funzionare con reattori Epr di terza generazione ed è considerata la vetrina della politica nucleare cinese. La centrale è di proprietà di una joint venture tra Edf e l'ente energetico cinese Cgn. Ieri Edf ha assicurato che le emissioni della centrale nell'ambiente circostante restano entro i valori «normali». I francesi hanno ammesso «un aumento della concentrazione di alcuni gas nobili», legati all'ipotesi di una perdita dal processo di fissione, mentre i cinesi di Cgn hanno ribadito, in un'altra nota, che tutti gli indicatori di funzionamento «sono in linea con le normative sulla sicurezza nucleare e i requisiti tecnici»: «Abbiamo fatto funzionare con rigore i reattori e in conformità con i documenti di licenza commerciale e le procedure tecniche».
Tanto per evitare un'ondata di panico mondiale, da Parigi Edf ha fatto sapere che «non ci troviamo davanti a una dinamica di incidente con fusione del nocciolo». Negli Usa, «stanno valutando la situazione anche se non pensano ancora che la struttura sia a livello di crisi», ha riferito la CNN.
L'IMPIANTO
La centrale di Taishan, un mastodonte di cemento sulle rive del fiume delle Perle, sulla costa della provincia meridionale del Guangdong, è stata inaugurata in pompa magna nel 2018, simbolo della volontà di Pechino di diventare leader mondiale del nucleare. Il secondo reattore Taishan 2 è entrato in funzione un anno dopo, nel 2019. I due Epr hanno una capacità combinata di 3,3 gigawatt. L'unità 1 continua a funzionare normalmente, mentre il Numero 2 è stato ricollegato alla rete la settimana scorsa dopo una revisione, come ha chiarito ieri la Cgn in una dichiarazione pubblicata sul suo sito. Quelli di Taishan sono gli unici due reattori Epr già operativi al mondo. Altri sono in costruzione in Finlandia, in Francia e nel Regno Unito, ma diversi problemi tecnici continuano a ritardare la loro messa in servizio, oltre a far lievitare i costi di costruzione. Le autorità cinesi hanno insistito molto sugli alti livelli di sicurezza di questa tecnologia di ultima generazione per convincere le popolazioni locali ad accettare la costruzione della centrale.
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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