Contagi ancora in aumento: +115% nell'ultima settimana

Venerdì 23 Luglio 2021
I DATI
ROMA In Italia crescono ancora i nuovi contagi ma, per fortuna, non ancora i ricoveri. Se ieri infatti nella Penisola sono stati registrati ben 5 mila contagi - ottocento in più del giorno precedente - a testimonianza dell'efficacia dei vaccini contro la variante Delta ormai predominante, le ospedalizzazioni sono rimaste sostanzialmente stabili. Il saldo di ingressi e uscite nei reparti di terapia intensiva è rimasto 158 (12 gli ingressi del giorno) mentre i ricoveri ordinari sono aumentati di 38 unità arrivando a 1.234 in totale. In altre parole, dati del bollettino quotidiano della Protezione civile alla mano, in Italia il virus circola molto. Al punto che il tasso di positività rispetto ai tamponi è il 2,3 per cento e gli italiani in isolamento sono più di 53mila. In compenso non riempie più gli ospedali né provoca morti al ritmo elevato di questo inverno (ieri i decessi sono stati comunque 12 ai quali si aggiungono 3 del giorno prima).
MONITORAGGIO
Allargando lo sguardo ai dati settimanali però, il quadro inizia a destare preoccupazione. Come evidenziato dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe infatti, rispetto alla scorsa settimana i nuovi casi sono saliti del 115 per cento, gli ingressi in terapia intensiva del 5,1 per cento, i ricoveri ordinari del 5,9 per cento e gli isolamenti domiciliari del 21,8 per cento. «Un netto incremento» che, come spiega il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, è «verosimilmente sottostimato da un'attività di testing insufficiente e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso ora più difficile dall'aumento dei positivi». Il tutto sempre tenendo in considerazione che con buona probabilità ancora non si è visto l'impatto dei festeggiamenti per la vittoria dell'Europeo da parte della Nazionale di calcio. La finale si è infatti disputata l'11 luglio e mancano pochi giorni perché si raggiungano i canonici 14 che secondo gli esperti rappresentano il ritardo con cui un evento scatenante mostra il suo peso sui dati del contagio.
Certo, c'è il dubbio che stiano già avendo un ruolo (date le partite precedenti alla finale), soprattutto nei territori dove i festeggiamenti sono stati più sfrenati come Roma ad esempio.
GLI OSPEDALI
In ogni caso, al netto della giusta preoccupazione, la situazione è ritenuta sotto controllo e grazie ai nuovi parametri definiti ieri nessuna regione finirà in zona gialla nonostante almeno 5 (Lazio compreso) registrino numeri che fino a ieri glielo avrebbero consentito. A sancire il passaggio di fascia da un colore all'altro infatti, ora saranno le ospedalizzazioni (per il giallo bisogna superare il 10% del tasso di occupazione delle terapie intensive e il 15% dei posti letto di area medica non critica), al momento in media ferme al 2% a livello nazionale. Un ricorso agli indicatori ospedalieri che però, in questa formula, non convince affatto i ricercatori di Gimbe: in primo luogo perché in questo modo si perderebbe di vista il monitoraggio della circolazione del virus, che è comunque importante anche in relazione alla pressione sulle strutture ospedaliere; in secondo perché non è un indicatore tempestivo, in quanto la curva dei ricoveri cresce in ritardo rispetto a quella dei nuovi casi; e in terzo luogo perché questo comporterebbe l'arrivo in ritardo di eventuali nuove restrizioni che a sua volta farebbe tardare il miglioramento della situazione epidemiologica. Dubbi legittimi che però ci si augura non troveranno conferma.
F. Mal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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