Caos vaccini, sulle consegne ora frena pure AstraZeneca Londra: variante più letale

Sabato 23 Gennaio 2021
IL CASO
ROMA Anche AstraZeneca ora è in ritardo e questo complica i piani dell'Italia. Oggi alle 17 si svolgerà un nuovo vertice tra i ministri Speranza e Boccia, il commissario Arcuri e le Regioni per affrontare l'emergenza del taglio delle forniture dei vaccini anti Covid di Pfizer-BioNTech. Non solo: l'annuncio del primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, ha reso ancora più drammatica la corsa ai vaccini, con la possibilità che i colpi bassi tra Paesi, rilancio sui prezzi, pressioni sulle multinazionali farmaceutiche, si moltiplichino. Johnson, citando uno studio, ha spiegato: la variante inglese del Covid non è solo più contagiosa del ceppo originario, ma secondo i primi dati da confermare è più mortale, anche del 30 per cento. Inoltre, per gli scienziati inglesi altre due varianti (sud-africana e brasiliana) stanno dimostrando una maggiore resistenza al vaccino.
DIFESA
La variante inglese, però, non riesce ad eludere - stando sempre a primi riscontri - i vaccini autorizzati fino ad oggi. Dunque, bisogna fare presto. Ma per l'Italia e per l'Europa la corsa ad acquisire e somministrare nuove dosi, rallenta ancora. Oggi di fatto le dosi di Pfizer-BioNTech, tagliate del 29 per cento fino a metà febbraio, servono per la seconda somministrazione di chi ha già ricevuto la prima. Osserva il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia: «Se è vero che i vaccini sono stati trovati prima del previsto, questo rallentamento nelle forniture avrà inevitabilmente effetto, perché rinvia la riduzione del numero dei decessi». Detto in modo brutale: ogni giorno che passa senza avere cominciato la vaccinazione degli ultraottantenni, la categoria maggiormente a rischio, meno vite saranno salvate. La speranza di compensare i ritardi di Pfizer con l'arrivo del vaccino di AstraZeneca (erano attesi 8 milioni di dosi entro fine marzo) rimane delusa. Ema a fine mese si pronuncerà sull'autorizzazione (resta sempre in ballo anche l'ipotesi che ci sia il via libera solo per gli under 55), ma la compagnia farmaceutica anglosvedese ha già fatto sapere che non potrà inviare in tempi rapidi le dosi promesse, anche in caso di validazione: «I volumi iniziali saranno inferiori a quanto originariamente previsto a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all'interno della nostra catena di fornitura europea». Questa è la versione ufficiale, va anche detto che AstraZeneca in questi giorni sta ricevendo ordinativi da tutto il mondo (ormai molti i Paesi hanno già autorizzato questo vaccino, l'ultimo è la Thailandia) e ad esempio il Sud Africa e il Brasile pagheranno le dosi il doppio di quanto assicurato dall'Unione europea. Inoltre, proprio di recente un incendio ha danneggiato lo stabilimento in India di Serum Institute, che produce il vaccino di AstraZeneca, anche se il portavoce della società asiatica ha spiegato che non vi saranno contraccolpi. All'orizzonte, spiega Marco Cavaleri, responsabile Vaccini dell'Agenzia europea del farmaco Ema, c'è anche la riunione per decidere sulla richiesta di autorizzazione del vaccino di Johnson&Johnson. «Potremmo farcela anche per fine febbraio, tutto dipende però dai dati sulla sperimentazione di fase 3 che ci verranno forniti». Si tratta di un vaccino monodose (e questo velocizzerebbe la vaccinazione di massa) e l'Italia aspetta oltre 50 milioni di dosi, spalmate nel secondo, terzo e quarto trimestre di quest'anno.
Ma le nuove varianti che si stanno diffondendo in vari angoli del Pianeta saranno fermate dai vaccini in preparazione? «Le varianti brasiliana e sudafricana del coronavirus presentano mutazioni particolarmente insidiose, che hanno già mostrato di ridurre in modo significativo il potere neutralizzante del plasma di pazienti convalescenti. Ma un calo del potere neutralizzante degli anticorpi dei vaccinati non significa necessariamente che l'efficacia dei vaccini nel prevenire Covid si riduca». In due mesi è possibile aggiornare un vaccino e adattarlo alle varianti, ma significherebbe perdere altro tempo.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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