Tragedia in Norvegia. L'ultima gita in quota e l'allarme valanghe: «Così è morto Matteo»

Domenica 2 Aprile 2023 di Angela Pederiva
Matteo Cazzola

VICENZA - Il giubbotto arancione sui pantaloni neri, un accenno di sorriso sotto gli occhiali a specchio, i ricci scuri trattenuti dalla fascia blu. È l'ultima immagine del veneto Matteo Cazzola, zaino in spalla e bastoncini in pugno, sulla neve delle Alpi di Lyngen.

Poi è stato tutto bianco, «un inferno» hanno raccontato i testimoni alla stampa della Scandinavia, dopo che venerdì tre valanghe hanno ucciso quattro persone: due norvegesi sessantenni morti nella loro casa a Reinøya, uno sloveno quarantenne investito a Storslett ed appunto il 35enne di Vicenza travolto sul monte Kavringtinden, dove un 25enne di Isola Vicentina è rimasto gravemente ferito, mentre ha riportato lievi contusioni la guida alpina proveniente sempre dal capoluogo berico.


PENULTIMO GIORNO
Ad organizzare la settimana di scialpinismo in Norvegia, dal 25 marzo al 1° aprile, era stato proprio Andrea Basso, componente del collegio delle Guide alpine del Veneto. Livello di difficoltà? «Medio, adatto a scialpinisti con un po' di esperienza ed allenamento. Garantite 6 gite con dislivelli dagli 800 ai 1.500 metri», veniva specificato nel suo sito. Era il penultimo giorno per il gruppo di otto vicentini, per ieri era stato prenotato il volo di ritorno. Tre hanno preferito rimanere in albergo, gli altri cinque sono partiti per l'escursione conclusiva verso quota 1.300: insieme a Basso e Cazzola, c'erano Pietro De Bernardini, Giulia Punturieri e Rubens Munaretto. «Alle 14.46 è stato riferito alla polizia che una valanga si era verificata a Kvalvikdalen a Lyngen», ha fatto sapere il distretto della contea di Troms og Finnmark. Cazzola sarebbe deceduto praticamente sul colpo, probabilmente a causa dell'impatto sui tronchi d'albero causato dalla spinta impetuosa della slavina. De Bernardini ha riportato traumi tali da rendere necessario il trasporto in elicottero all'ospedale di Tromsø, dove ora il 25enne è ricoverato in Rianimazione in coma farmacologico. Basso ha riportato contusioni e choc, ma è riuscito a parlare con le autorità diplomatiche italiane ad Oslo. Così come hanno fatto, dopo essere usciti incolumi dalla disgrazia, sia Punturieri che Munaretto, il quale ha poi dichiarato al Gazzettino: «Non divulgherò ulteriori informazioni al di fuori di quanto già comunicato a polizia locale e ambasciata».


CORDOGLIO
La notizia della scomparsa del vicentino, che lascia i genitori e la sorella minore, ha suscitato grande cordoglio. «Sono profondamente colpito per la perdita del 35enne Matteo Cazzola, un ragazzo intraprendente e sportivo che aveva fatto della montagna e dell'ambiente naturale uno dei suoi motivi di vita», ha commentato il governatore Luca Zaia. Dopo la laurea in Ingegneria a Padova, il giovane lavorava alla Pietro Fiorentini Spa di Arcugnano, occupandosi in particolare di idrogeno. Nel suo profilo Linkedin, il manager si presentava così: «Sono un grande appassionato di montagna che vuole dare il suo contributo alla lotta al cambiamento climatico per poter continuare a vivere la grande bellezza della natura montana».
Nel frattempo Francesco Gonzo, sindaco di Isola Vicentina, si sta tenendo in contatto con la famiglia De Bernardini: «La nostra comunità è molto scossa per questa notizia che abbiamo appreso all'alba e che in un attimo si è diffusa tra gli abitanti. Siamo in apprensione per le sorti del nostro concittadino, ma abbiamo anche piena fiducia che alla fine tutto potrà risolversi per il meglio».


PERICOLO
Ieri diverse strade nell'area di Troms erano ancora chiuse, a causa del pericolo valanghe di livello 4, il più elevato. Il quotidiano ITromsø ha spiegato che Nve, cioè l'agenzia governativa ambientale, aveva diramato ancora mercoledì l'allerta nel nord della Norvegia. Ha sottolineato Emma Julseth Barford, responsabile dell'allarme slavine: «Ci aspettavamo una situazione del genere con molte valanghe spontanee. Ci sono state un'ondata di freddo e uno strato sottile sopra la superficie della neve. Prima che arrivasse la neve, sapevamo che sarebbe stata instabile. Poi sono arrivate quantità così grandi di neve e forti venti, che hanno causato la formazione di grandi fiocchi. Questo a sua volta fa sì che il rischio di valanghe sia così grande. Il mio miglior consiglio? Starne alla larga».

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