Rosso a Venezia: «Dopo la pandemia tutti meno creduloni. Briatore? Doveva essere più prudente. La moda? Quotidianità»

Venerdì 4 Settembre 2020 di Luciana Boccardi
Renzo Rosso a Venezia
VENEZIA - Non era solo un evento festoso che i cittadini della Serenissima attendevano con entusiasmo: la fiera della Sensa (Ascensione) rappresentava, nella data in cui ricorreva, un momento di rivisitazione del tempo più forte della città, quando il doge Pietro Orseolo (nel 998) impugnò il vessillo che lo avrebbe portato alla vittoria contro i Dalmati, e nel 1777 quando il doge Sebastiano Zani ricevette un anello d'oro da Papa Alessandro III come ringraziamento per la riconciliazione con Federico Barbarossa.

LA FESTA
Da allora, ogni anno, per secoli, la festa dela Sensa fu celebrata a Venezia con l'allestimento in Piazza San Marco di bancarelle destiate ad ospitare prodotti particolari, merci preziose, tessuti, spezie, oggetti di uso comune, ma anche dipinti, sculture, vetri, ogni cosa che potesse parlare della manualità artigianale di Venezia. Durava tre giorni l'allestimento dei banchetti di vendita durante i quali una popolazione moltiplicata con arrivi da ogni parte rendeva Piazza San Marco un luogo familiare oltre che bellissimo.
Dai dipinti del Guardi che raccontano quei giorni di Fiera, la Piazza San Marco ci perviene animata, accesa dalla presenza di tanti Veneziani e non, una cittadella-mercato dove da tutta Europa arrivavano visitatori in cerca di bellezza da comprare. Nel suo libro sui Venezia, Lecompte dedica righe piene di ammirazione a questo mercatino allestito ogni anno nei secoli d'oro della Serenissima. 

SETTEMBRE VENEZIANO
Ma non siamo nei giorni della Sensa, siamo in settembre, in una Piazza San Marco diversa, popolata da bancarelle ambulanti dove in questi giorni una capsule di moda per la prossima stagione si propone come un qualsiasi mercatino, proprio come nelle lontane giornate raccontate dalla storia. Ci ha pensato una firma importante della moda prodotta in Veneto, Diesel, a ricostruire in questi giorni di Mostra del Cinema questa possibilità inedita e piacevole realizzando un piccolo mercato di moda reale e non solo scenografico: t-shirt, felpe con e senza cappuccio, magliette, blouson, cappellini unisex, la capsule dedicata da Diesel a Venezia, ispirate ai simboli più noti della Serenissima, dal leone alato, al leone rampante, è in vendita in Piazza su bancarella ambulante (nell'angolo di Palazzo Ducale verso Ponte della Paglia) fino a domenica 6 settembre con intermezzo - nel pomeriggio del 4 settembre - per un cocktail al Caffè Quadri offerto dal patron della Diesel, Renzo Rosso. 

Unforgettable Venice: perché? Perché Venezia è la città che Renzo Rosso ama di più al mondo. Non ricordiamo qui i molti apporti (il più noto il restauro del ponte di Rialto) con cui questo imprenditore di successo e di cuore ha saputo offrirsi ai bisogni della città. 

CASA LUSSUOSA
«Venezia - mi confida nella sua bellissima casa sul Canal Grande, proprio di fronte alla Basilica della Salute - è la città dei ricordi più belli della mia gioventù . Qui, dalla campagna dove sono nato e cresciuto, in Veneto, a Brugine, venivo da studente ... piuttosto vivace, qui mi sono formato sull'onda di una civiltà che predilige la gioia di vivere e la riflessione (anche peri più...vivaci). Venezia per me è la regina della signorilità, qualcosa che va oltre la bellezza. È in assoluto la città che amo senza riserve».

E la moda oggi? E il Coronavirus? 
«La pandemia non ha certo cancellato la fantasia, né le energie necessarie in chi deve produrre anche nel clima pesante di incertezza. Questo incubo finirà e ritroveremo tutti la voglia di allegria, di spensieratezza, soprattutto io credo di normalità. Presenteremo la nostra collezione, come sempre (questa a San Marco è una capsule eccezionale). Dovremo fare più attenzione a temi che forse abbiamo troppo sottovalutato: il green, la cura dell'ambiente, l'educazione alla vita».

Basta con effetti esasperati, pezzi di corpo umano in passerella, soggetti miranti a stupire, meravigliare? Diciamo no alla bruttezza eletta a diapason di bellezza come ci è stato ultlimamente proposto da un certo mondo della moda?
«La moda deve vestire i nostri giorni, le nostre notti, anche i nostri sogni... ma non dobbiamo forzatamente sognare bruttezze o esasperazioni. Questa pandemia ci ha attaccato vigliaccamente ma non ci ha distrutto. Ne stiamo uscendo forse con un bagaglio di esperienza esistenziale prezioso: più prudenti, più accorti, fiduciosi ma non creduloni. Ci sarò bisogno di ironia e soprattutto voglia di meno effimero, meno improvvisazione e più comodità».

Qual è il segreto del suo successo?
«Determinazione, positività, passione, soprattutto la squadra».

Il recente caso Briatore, cosa le suggerisce? 
«Mi dispiace per lui. Penso che sarà già in via di guarigione. Avrebbe dovuto essere più prudente, non sottovalutare la pandemia. Forse ne uscirà con qualche pensiero diverso. 

Una domanda, Renzo Rosso: oggi, al vertice del successo, guardandosi indietro, cosa non rifarebbe?
«Forse - in certi casi - avrei dovuto essere meno accondiscendente».

Meno sensibile all'amore? 
«Molto, molto limitatamente...forse sì!».
Ultimo aggiornamento: 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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