Zaia a casa Gheller: «Fine vita, ognuno sia libero, non può decidere la politica»

Il 46enne: «Mi è piaciuta la posizione del Governatore sul suicidio assistito, che altri esponenti della Lega non hanno». Cappato: «Da Zaia parole semplici e chiare, in un panorama politico fatto di ambiguità e doppiezza»

Giovedì 20 Ottobre 2022 di Redazione Web
Luca Zaia a casa di Stefano Gheller: "Sul fine vita libertà di ciascuno, non può decidere la politica"
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CASSOLA - Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha incontrato ieri nella sua abitazione Stefano Gheller, il 49enne di Cassola (Vicenza) affetto da una rara forma di distrofia muscolare che nei giorni scorsi ha ottenuto formalmente, su sua richiesta, l'assenso da parte dell'Ulss 7 per accedere alle pratiche del fine vita. Zaia, ai microfoni di Tva Vicenza, ha spiegato come la politica debba impegnarsi per garantire le libertà, non per limitarla.
«Ogni cittadino decide, deciderà quale sarà il suo progetto di vita, noi dobbiamo preoccuparci del fatto che tutte le persone possono decidere nella totale libertà - ha spiegato Zaia - e che non ci sia qualcuno condizionato dal fatto che qualcun altro lo indirizzi verso scelte sbagliate». «La politica non può decidere se sia giusto attivare un progetto di fine vita oppure no - ha aggiunto il presidente della Regione del Veneto - questo non spetta alla politica, spetta alla nostra coscienza».

LE REAZIONI
«Le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia sono innanzitutto umili e rispettose non solo nei confronti di Gheller, ma di tutte le persone nelle sue condizioni», ha commentato Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni. E ha aggiunto: «Sono anche, finalmente, parole semplici e chiare, in un panorama politico dove l'ambiguità e la doppiezza l'hanno finora fatta da padrone, a destra, al centro e a sinistra, a spese delle persone che soffrono. Proprio l'altro giorno il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali dell'Onu ha rilasciato le osservazioni conclusive sull'Italia su temi come il diritto alla salute: «Sul fronte dei diritti civili - ha detto Cappato - e del diritto alla salute, a livello internazionale esiste un vero e proprio caso Italia, che è il frutto della disattenzione e dell'ostilità dei Governi di ogni colore degli ultimi anni, inclusi coloro che da sinistra ora si stracciano le vesti di fronte al pericolo della nuova maggioranza».

«CERTEZZE SU PROCEDURE DI FINE VITA»
Gheller ha chiesto a Zaia certezza della procedura di fine vita, garantitagli dall'Ulss 7, da avviare quando lui riterrà opportuno. Luca Zaia, dopo aver sottolineato che «la politica non deve limitare le libertà personali ma sostenerle», ha aggiunto: «Va confermato che la procedura non trovi ostacoli quando sarà il momento, è una richiesta legittima, come per me e tanti altri donatori che intendiamo donare gli organi: ovvio che si spera che quel momento non debba avvenire mai, come per il caso di Stefano, ma è giusto predisporre un percorso codificato sul quale non possano venire frapposti problemi o impedimenti».

A casa Gheller. La visita di Zaia e Lanzarin a casa di Stefano Gheller, qui e nel titolo (dal servizio di TvA)

LE PAROLE DI STEFANO
Stefano Gheller ha condiviso nel suo profilo il comunicato dell'Associazione Luca Coscioni e il servizio di TvA. «Oggi ho avuto il piacere di incontrare a casa mia e conoscere di persona il presidente della mia regione, Luca Zaia, e l'assessore ai servizi sociali Manuela Lanzarin  - ha scritto in un suo post Gheller -. Sono felice sia stato di parola e sia venuto. Personalmente ritengo che l 'incontro sia andato molto bene, ho parlato di vari temi che mi stavano a cuore e sono soddisfatto delle risposte datemi dal presidente, e sono riuscito anche a portare a casa alcune promesse. Mi è particolarmente piaciuta la sua posizione sul fine vita che altri esponenti della Lega non hanno. Felice per il discorso spiaggia, poi metterò i video di TvA Vicenza e capirete perché. Spero anche la Regione come da me richiesto riveda gli aiuti per le persone con disabilità in particolare quelli gravi e magari anche soli».

Poi ha risposto a un intervento di una sua amica: «Il mio volere incontrare Zaia era una richiesta che avevo fatto prima del Covid, e Zaia aveva detto sarebbe venuto, poi con il Covid non si era più fatto, poi c'è stato il discorso elezioni e non è venuto, ora è finalmente venuto, e credo normale che se uno non conosce i casi, magari particolari, non possa andare e quando ne viene a conoscenza ne prenda atto».

LA SPIAGGIA A JESOLO
Stefano Gheller con il "discorso spiaggia" si riferiva al fatto che di recente, dopo decine di anni, è riuscito ad andare al mare:  è stato ospite su una spiaggia attrezzata di Ravenna. E che ha chiesto a Zaia di poter rifare l'esperienza su una spiaggia veneta. Il Governatore ha spiegato che a Jesolo c'è una spiaggia destinata a persone disabili, ben attrezzata ma non al punto da poter ospitare persone con disabilità grave, e si è sbilanciato dicendo che quello di Ravenna è un modello che va portato anche in Veneto. Promettendo quindi che la spiagga attrezzata di Jesolo verrà sistemata a dovere per poter accogliere anche persone come Stefano e con lui la sorella Cristina, anche lei bloccata su una carrozzina. Quanto ai contributi del Veneto per una vita dignitosa alle persone disabili, che Gheller sottolinea essere troppo scarsi, Zaia ha spiegato che il bilancio regionale non è facile da modificare, ma che devono esserci delle priorità per chi ha bisogno di aiuto.

LA STORIA
Era stato lo stesso Gheller, che da trentaquattro anni vive su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare, attaccato ad un respiratore ventiquattr'ore su ventiquattro, a dare la notizia dell'accoglimento della richiesta di suicidio assistito che aveva presentato alle autorità sanitarie. «È un gran bel giorno - ha scritto su Facebook lo scorso 13 ottobre - è stato qui il direttore sanitario dell'Ulss 7 Pedemontana, a cui io il 30 giugno avevo inoltrato la mia richiesta di suicidio assistito, vi informo che la mia richiesta è stata accolta, e ora sono libero di decidere quando vorrò mettere fine alle mie sofferenze». Gheller ha raccontato che avrebbe potuto andare in Svizzera, ma di aver deciso di rimanere a combattere la sua battaglia in Italia. «La mia Ulss è stata veloce rispetto ad altri casi a darmi risposta e sosterrà tutte le spese per quando deciderò di farlo - ha raccontato -. Sul quando dipenderà da due fattori: il decorso della malattia e quanto lo Stato italiano e la Regione Veneto mi aiuteranno economicamente a fare una vita dignitosa potendo pagare un'assistenza adeguata ai miei bisogni. Perché doversi alzare ogni mattina e affrontare la giornata è già dura così, ma dover anche pensare a come pagare l'assistenza adeguata diventa un ulteriore peso che ti consuma le poche forze».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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