Presìdi dell'Esercito via dalle città. I sindaci: «Vicenza, Treviso e Verona penalizzate, problemi per la sicurezza»

I militari in servizio, secondo il primo cittadino Rucco, sono stati smistati in altri luoghi, in particolare nelle città vicine al confine orientale come Trieste, Udine e Gorizia, annullando di fatto il servizio

Giovedì 31 Marzo 2022 di Redazione Web
Militari durante controlli alla stazione Porta Nuova di Verona (dal sito esercito.difesa.it)

VICENZA/TREVISO - Il presidio militare dell'Esercito italiano presente da alcuni anni a Campo Marzo, a Vicenza, da domani, venerdì 1 aprile, non verrà più effettuato. Lo hanno comunicato i Ministeri della Difesa e dell'Interno al prefetto Pietro Signoriello che a sua volta lo ha riferito al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il servizio denominato "Strade sicure" disposto in tutte le città italiane vedeva la presenza a Vicenza di 12 unità che, analogamente a quanto avvenuto a Treviso, sono state smistate in altri luoghi, in particolare nelle città di confine o vicine al confine orientale come Trieste, Udine e Gorizia, annullando di fatto il servizio.

Rucco: «Tre città penalizzate nella sicurezza»

«Ritengo sia una scelta sbagliata – fa sapere il sindaco Francesco Rucco – sia nel metodo che nel merito e mi pare che anche il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni lo abbia sottolineato. Nel metodo perché lo abbiamo saputo il giorno prima, nel merito perché ancora una volta sono state penalizzate le città venete come Vicenza, Treviso (dove vengono ritirati 15 militari operanti nel territorio provinciale per il  servizio “Strade Sicure”) e Verona, mentre altre non sono state interessate da questa revisione. Sono in contatto con il presidente di Anci Veneto Mario Conte, sindaco di Treviso, per intraprendere iniziative e chiedo anche il supporto dei parlamentari vicentini perché ritengo non sia giusto che si venga penalizzati da scelte nazionali. Oltre tutto il governo non tiene conto che sul territorio vicentino ci sono tre basi militari americane e che la presenza dei militari dell'esercito a Campo Marzo dava ai cittadini un senso di sicurezza sia fattiva che percepita. Da domani non c'è più lo stato di emergenza pandemica e viene rafforzata la presenza militare nelle città verso il confine orientale, quindi è probabile che anche la crisi internazionale dovuta al conflitto in Ucraina abbia influito, e questo può essere anche comprensibile, ma sia chiaro che una volta terminata rivogliamo le nostre 12 unità militari». «Non vogliamo comunque lasciare nulla al caso – conclude il sindaco - e con il Prefetto e tutti i componenti del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ci stiamo organizzando per coprire, quanto prima, il servizio di controllo a Campo Marzo dalle 18 alle 24 con una turnazione tra tutte le forze dell'ordine (polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale)».

Conte: «Era un presidio di contrasto alla criminalità»

«Esprimo forte rammarico per la decisione di ritirare 15 militari operanti nel territorio provinciale di Treviso nel servizio “Strade Sicure” a partire dal 1 aprile - ha spiegato il sindaco di Treviso, Mario Conte -. La presenza dell’Esercito nel territorio rappresentava un importante presidio in un’ottica di prevenzione e contrasto alla criminalità.  Comprendo la necessità di fronteggiare gli impegni derivanti dalla partecipazione a missioni di pace o di agire in zone di confine o nei valichi di frontiera marittima, ma la presenza dell’esercito rappresentava un riferimento e un servizio utile e in sinergia con le forze di polizia per il mantenimento dell’ordine pubblico.

L’auspicio è che il servizio di vigilanza venga redistribuito garantendo la copertura totale del Paese».

Foto: militari durante controlli alla stazione Porta Nuova di Verona (dal sito esercito.difesa.it)

Ultimo aggiornamento: 19:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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