Firmato l'accordo salva-Arena:
ora la prova referendum interno

Sabato 2 Aprile 2016 di Massimo Rossignati
Firmato l'accordo salva-Arena: ora la prova referendum interno
VERONA - Un “vincerò” all'Arena di Verona nessuno può intonarlo ancora a pieni polmoni, ma il passo in avanti per il rilancio è finalmente avvenuto: è arrivata la “firma tecnica” su un'ipotesi di accordo da parte anche di Cgil e Uil sul piano di riorganizzazione proposto dal neo direttore della Fondazione, Francesca Tartarotti. Ma solo martedì prossimo si saprà se su questo piano (e il suo integrativo “conquistato” da Cgil e Uil con la Fials che invece resta sulle barricate) si potrà andare avanti. A deciderlo saranno gli stessi 300 dipendenti della Fondazione Arena che riuniti in assemblea voteranno se accettare il piano di risanamento dell'ente lirico, che ora non prevede più esuberi (nella prima ipotesi erano 60) ma che contiene tagli a stipendi indennità, costi e anche incentivi all'esodo. Il tutto per un minor costo del personale che non dovrà superare i 2,7 milioni.

La strada segnata è quella, pena la perdita di ogni possibilità di accedere ai fondi della legge Bray per risanare la lirica in crisi, il franare dell'intera Fondazione e il licenziamento di tutte le maestranze come già prospettato una settimana fa dal sindaco e presidente della Fondazione, Flavio Tosi. «Abbiamo firmato un integrativo “tecnico” all'accordo già sottoscritto dalla Cisl su cui ora si pronunceranno le maestranze - sottolinea Paolo Seghi della Cgil -.  indispensabile per permettere alla Fondazione di accedere al Fondo di rotazione della legge Bray che garantirebbe ossigeno alle casse. Secondo gli ultimi bilanci, i conti sarebbero in rosso per oltre 30 milioni di euro, con debiti con le banche per 24». 

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