Caso Bigon, Elly Schlein: «Mai pensato a sanzioni, si è espressa una critica»

Giovedì 1 Febbraio 2024 di Alda Vanzan
Schlein e Bigon

VERONA - «Non è stata messa in discussione la libertà di coscienza, nessuno ha parlato di sanzioni o di provvedimenti disciplinari». Così la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, chiude il "caso Bigon". Trattasi della vicenda sul fine vita che in Veneto, dopo avere spaccato la Lega, ha diviso il Pd. La consigliera regionale veronese dem Anna Maria Bigon, anziché esprimere il proprio dissenso dalla proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito e uscire dall'aula come le era stato chiesto dai colleghi, ha infatti partecipato alla votazione e il suo voto di astensione ha contribuito a non far approvare il provvedimento. Una scelta che ha scatenato il putiferio: a Verona le è stato tolto l'incarico di vicesegretaria provinciale del partito, mentre venti esponenti del Pd, tra cui anche alcuni parlamentari, hanno sottoscritto un documento chiedendo che le venga revocato l'incarico di vicepresidente della Quinta commissione Sanità in consiglio regionale, che poi è la commissione dove il testo di legge sul suicidio assistito potrebbe essere teoricamente ripreso in esame. A chiudere il caso è la segretaria Elly Schlein che ha usato praticamente le stesse parole del segretario veneto Andrea Martella durante la direzione di venerdì scorso: la libertà di coscienza non è mai stata messa in discussione, non ci saranno sanzioni.

NIENTE SANZIONI

«Il Pd - ha detto ieri Schlein - ha rilanciato il suo impegno su una legge nazionale sul fine vita. C'era stato un lavoro nella scorsa legislatura, lo proseguiamo, era un lavoro che era riuscito a fare sintesi fra le varie sensibilità». Quanto al caso Bigon, ha aggiunto: «Abbiamo pieno rispetto, non è stata messa in discussione la libertà di coscienza, ma si è espressa una critica, quel dissenso poteva essere manifestato diversamente.

Nessuno ha parlato di sanzioni o di provvedimenti disciplinari». È il concetto espresso da Martella venerdì scorso: «Nessuno mai del gruppo dirigente del Pd, né a livello nazionale né a livello regionale, ha mai parlato di provvedimenti disciplinari, di sanzioni o sospensioni. Queste sono infatti questioni che si affrontano attraverso il confronto politico, anche aspro ma sempre con spirito unitario e senso di responsabilità».

LE REAZIONI

Franco Bonfante, segretario provinciale di Verona che ha revocato ad Anna Maria Bigon l'incarico di vice, concorda con Elly Schlein: «Mi ritrovo pienamente e perfettamente con quanto affermato dalla segretaria nazionale. Nessuno ha mai pensato a sanzioni. E nessuno ha chiesto ad Anna Maria di votare contro la propria coscienza, le era solo stato chiesto di uscire dall'aula. La revoca dell'incarico di vicesegretaria provinciale è stato un provvedimento di natura politica di cui mi sono assunto le responsabilità». Lunedì a Verona si riunirà la direzione provinciale del partito, all'ordine del giorno un documento «innocuo» a favore del suicidio medicalmente assistito con il contestuale rammarico per la mancata approvazione della legge in consiglio regionale. Ma la revoca dell'incarico sarà revocata? Ossia: Bigon potrebbe tornare a fare la vicesegretaria provinciale del Pd veronese? Bonfante risponde così: «Mai dire mai. Se ognuno - e ripeto ognuno - fa un mezzo passo a lato, si può discutere di tutto». E potrebbe invece dimettersi lo stesso Bonfante? «Ho già detto che ogni tanto dimettersi non farebbe male. Per quanto mi riguarda, succederà se mi troverò in minoranza, ma non c'entra nulla con la vicenda Bigon».

DIMISSIONARIO

Conferma le dimissioni da vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale del Veneto Jonatan Montanariello: «Sono un uomo serio, non ho nessuna intenzione di revocarle». Domani mattina è prevista una riunione del gruppo consiliare. «La riunione - ha detto la capogruppo Vanessa Camani - verterà sulle tante questioni aperte che ci contrappongono alla Giunta Zaia. Sul caso "fine vita" è già stato raggiunto in direzione regionale del partito un punto politico di incontro e sintesi, che giudico positivo, utile per evitare ulteriori tensioni o strappi e per ripristinare una grammatica comune. Sul punto ci conforta ora anche la segretaria nazionale. Ora vogliamo guardare avanti e proseguire nel lavoro di proposta in questo ambito». Sul tavolo tre iniziative politiche: «Il deposito di una proposta di legge di iniziativa statale che riprenda i contenuti del ddl "Bazoli", approvato alla Camera nella scorsa legislatura, che rappresenta un punto di intesa dell'intero Pd. Vogliamo chiedere l'approvazione immediata di una delibera di giunta che recepisca la sentenza della Corte costituzionale. E valuteremo di chiedere alla Quinta commissione la ricalendarizzazione in aula del pdl di iniziativa popolare». Dopo le parole di Schlein, la revoca a Bigon dell'incarico di vicepresidente della Quinta commissione pare tramontato. 

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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