Verona. Bigon dopo la revoca dell'incarico per il fine vita: «Appreso con una mail, senza pluralismo è la fine del PD»

La consigliera non è più vicesegretaria provinciale. La decisione è stata presa dal segretario provinciale Franco Bonfante

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Redazione Web
Anna Maria Bigon

VERONA - Anna Maria Bigon, la consigliera regionale che con il suo voto in dissenso dal Pd fu determinante per la bocciatura della legge sul fine vita, è stata destituita dall'incarico di vicesegretario provinciale dei dem di Verona. «È una mia scelta, una scelta politica», spiega il segretario provinciale, Franco Bonfante, e anche un «atto di trasparenza» nei confronti degli elettori. «Non ho condiviso la decisione di Bigon - spiega -, specie nel metodo.

Non si poteva far finta di nulla».

La revoca dell'incarico ad Anna Maria Bigon

«Non credo nelle sanzioni disciplinari su temi etici ed è corretto che sia lasciata libertà di voto per motivi di coscienza, ma chi la pratica deve essere consapevole delle conseguenze politiche, a maggior ragione se vi erano alternative, come l'uscita dall'aula con una contemporanea dichiarazione esplicativa». Così il segretario provinciale Pd di Verona. «Del resto, consiglieri e consigliere di centrosinistra, componenti di importanti comunità religiose cattoliche, hanno votato a favore della proposta di legge, spiegandone le ragioni con interventi di grande spessore e profondità in riviste cattoliche. Rilevo altresì - continua Bonfante - che nella mia esperienza decennale di consigliere regionale e di vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto mi sono trovato in alcuni casi in dissenso rispetto al mio gruppo, ma ho sempre votato quello che il gruppo a maggioranza decideva, pur su temi che potevano essere considerati sensibili, perché è così che ci si comporta quando rappresenti un'intera comunità: il senso di responsabilità nei confronti degli altri e della comunità che si rappresenta, non è meno importante del rispondere alla propria coscienza, che riguarda se stessi». Bonfante conclude precisando di assumersi «personalmente l'intera responsabilità della scelta riguardante Bigon; non voglio coinvolgere nessun altro dell'Esecutivo, della Direzione o del Partito al quale eventualmente risponderò della decisione nelle sedi ed organi competenti».

Bigon: «Senza pluralismo è la fine del Pd, ma continuerò a lavorarci»

«Con il mio voto sono stata all'interno di quelli che sono i principi del Pd. Non vedo di cosa dovrei pentirmi. Non potevo far altro che esercitare la mia scelta. Se poi mi butteranno fuori, ne prenderò atto - ha dichiarato Anna Mara Bigon - Se il Pd mettesse in discussione i miei incarichi - aggiunge rivelando di aver saputo della revoca da una mail - sarebbe una sanzione bella e buona. Senza motivo. A meno che non venga messa in discussione la pluralità nel Partito democratico. Ma questo significherebbe la fine del Pd».

«Per senso di responsabilità e per non acuire le polemiche interne, prendo atto della revoca - da vice segretaria Pd a Verona ndr. - e continuerò a lavorare nel Partito Democratico, il luogo dove deve essere garantito il pluralismo delle diverse sensibilità. Un arricchimento insostituibile della vita del Partito» afferma in una nota la consigliera regionale dem.

«Continuo ad avere fiducia nel confronto e nel dialogo - aggiunge - Rivendico il diritto alla coerenza della scelta fatta che era legata alla disponibilità o meno, per tutti, delle cure palliative. Un malato terminale può e deve essere preso in carico e accompagnato al compimento della propria esistenza, lasciando a lui la libera scelta delle cure palliative. La presa in cura è fondamentale e la Regione deve farsene carico». Tra gli elmenti che hanno determinato la sua astensione sul "fine vita", Bigon ricorda che relazione sociosanitaria 2023 della Regione evidenzia che «solo una parte degli ammalati oncologici vengono presi in carico e il dato diminuisce drasticamente, il 30%, consideriamo tutti gli ammalati che ne avrebbero diritto. Sul piano politico - conclude - rilevo invece che la responsabilità di quanto è avvenuta in Consiglio ricade non su di un singolo voto dell'opposizione, ma sulla maggioranza che ha visto una frattura verticale al suo interno. Come Pd dovremmo parlare dei 25 voti mancati a Zaia, più che della mia astensione».

Andrea Martella e Igor Taruffi

Abbiamo appreso della decisione del segretario provinciale del Pd di Verona, Franco Bonfante, di sollevare dal ruolo di vice segretaria la consigliera regionale Bigon. Scelta che non è frutto di decisioni nazionali e regionali, ma compiuta da Bonfante in totale autonomia». Lo affermano in una nota congiunta il segretario regionale del Veneto Andrea Martella e il responsabile nazionale dell'Organizzazione del Partito Democratico Igor Taruffi.

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 22:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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