Ritorno alla normalità negli Ospedali, ma ci sono ben 9mila visite da recuperare

Venerdì 30 Aprile 2021 di Nicola Munaro
Ritorno alla normalità negli Ospedali, ma ci sono ben 9mila visite da recuperare

VENEZIA - Il ritorno ad una certa normalità negli ospedali dell'Ulss 3 - dopo la sospensione di tutto ciò che non era emergenza - non è solo nella riapertura delle corsie e nella riconversione alla natura originale di letti prestati al Covid.

Ma è anche nella volontà e nella promessa di recuperare nel giro di poche settimane quelle circa 9mila visite ambulatoriali saltate durante la fase 4 delle strutture sanitarie che fanno da prologo alla riapertura (lenta, ma solo per prudenza) delle attività ambulatoriali e chirurgiche. E lunedì riapriranno anche le attività in week surgery e la libera professione negli ospedali


LE VISITE SPECIALISTICHE
La storia delle ultime settimane racconta di come, causa terza ondata, le attività ambulatoriali siano state sospese il 5 marzo e abbiano ricominciato ad essere erogate recentemente, nel corso della scorsa settimana. Nell'Ulss 3 si tratta di meno di 9mila prestazioni saltate in questo periodo, divise al 50% tra visite ambulatoriali e prestazioni strumentali ed endoscopiche. «Guardando a quanto successo nella seconda ondata tra novembre e gennaio quando erano state fatte saltare circa 20mila prestazioni, poi recuperate nel giro di poco più di un mese direi che c'è ottimismo rispetto alle tempistiche. Penso - promette Giovanni Carretta, direttore sanitario dell'Ulss 3 - che le quasi 9mila visite verranno ricalendarizzate nell'arco di qualche settimana. Tutti i pazienti in attesa saranno chiamati da noi attraverso il Centro unico di prenotazione, che ha già avuto mandato di ricontattare le persone e prenotare le nuove prestazioni sanitarie».


UNA LENTA RIPRESA
Gran parte del lavoro poi riguarda anche il ritorno alla vecchia vita dei posti letto che a inizio marzo erano stati dedicati alla pandemia per affrontare una nuova calata dei pazienti negli ospedali. Sul punto, pur portando avanti la riconversione, l'Ulss Serenissima si muove con i piedi di piombo e sulla base di numeri certi.
Il perché lo spiega ancora il direttore sanitario: «Le cose stanno maturando in maniera favorevole e portano al ripristino delle attività ospedaliere. Rispetto ad altre province però - precisa il dottor Carretta - da noi il rallentamento del contagio è un po' più graduale anche perché la terza ondata è iniziata un po' più tardi e il rallentamento graduale a cui stiamo assistendo potrebbe essere legato a questo - aggiunge - Di conseguenza i posti letto si stanno svuotando lentamente e noi siamo molto prudenti nel riconvertire alla precedente funzione letti e aree adesso dedicate al Covid». Per l'Ulss si tratta di «un margine di sicurezza per non poi riconvertire di tutto in Covid che sarebbe è un lavoro di impattante sugli ospedali».


LA RICONVERSIONE DEI LETTI
Al momento i passi più importanti verso la normalità ospedaliera sono stati fatti all'Angelo di Mestre dove, da alcuni giorni, sono ripartite le attività hub del territorio, Cardiochirurgia, Chirurgia vascolare e Neurochirurgia oltre al dimezzamento dei posti letto Covid. «Abbiamo portato a una 30ina i posti letto dedicati ai pazienti coronavirus - spiega la dottoressa Chiara Berti, direttrice medica dell'Angelo - È stato liberato un braccio al secondo piano ed è stata fatta ritornare la Cardiochirurgia agli abituali 16 posti letto, da 9 che erano. Lo stesso vale per la Chirurgia vascolare che torna nel secondo piano con i suoi 12 letti (da 8) ed è stata allargata la Neurochirurgia che passa dagli 11 a ai 19 posti abituali». Questo mentre al Covid hospital di Dolo i punti chiave saranno la riconversione della Terapia intensiva Covid, ora ospitata nella piastra operatoria, e la riconversione di Pneumologia, «il reparto che ha sofferto di più», ha detto Carretta.

Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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