San Donà di Piave. Violentò le ospiti in casa di riposo: «Chiedo perdono, sono ammalato»

Giovedì 31 Agosto 2023 di Roberta Brunetti
SAN DONA' DI PIAVE La residenza sanitaria per anziani degli orrori

SAN DONA' (VENEZIA) - Ha scritto una lettera in cui confessa le terribili violenze sessuali commesse ai danni delle anziani ospiti della casa di riposo in cui lavorava. Davide Barresi, 54enne siciliano, tra i principali imputati nel processo a quella che è stata definita la casa di riposo degli orrori a San Donà di Piave, sostiene di essere malato da sempre, chiede perdono e assicura che intende scontare in carcere tutta la pena che gli sarà inflitta.

IL DOCUMENTO

Il documento è stato prodotto ieri, in udienza preliminare a Venezia, dal suo difensore, l’avvocato Giorgio Pietramala, che ha chiesto anche una perizia psichiatrica per il suo assistito. Ma la giudice per l’udienza preliminare, Benedetta Vitolo, ha respinto la richiesta, a cui si era opposto anche il pubblico ministero, Andrea Petroni.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 11 settembre. Contro Barresi ci sono le immagini delle violenze riprese, nel corso delle indagini, all’interno della casa di riposo. Donne inermi, anziane e malate, in balia del violentatore. All’uomo, che si trova in carcere dall’anno scorso, vengono contestate complessivamente otto violenze, in due diversi fascicoli che in prospettiva saranno riuniti. Per lui il processo si svolgerà con il rito abbreviato, che a questo punto dovrebbe essere discusso in autunno.

LA VICENDA

Vicenda agghiacciante, questa della casa di riposo “Monumento ai caduti”. La Procura ha ricostruito un quadro terrificante di abusi commessi all’interno della struttura: decine di anziani maltrattati, picchiati, umiliati in ogni modo da un gruppetto di operatori sanitari. A marzo erano scattati una serie di arresti. Nove i dipendenti coinvolti. Tutti licenziati a giugno. Al di là del caso di Barresi, l’unico accusato di violenza sessuale, le imputazioni più gravi sono a carico di altri quattro ex operatori: Fabio Danieli, 47 anni e Maria Grazia Badalamenti, 62 anni, entrambi in carcere, Anna Pollazzon, 61 anni, e Margie Rosiglioni, 66 anni, che invece si trovano ai domiciliari. Tutti accusati di maltrattamenti con l’aggravante di aver prodotto con le loro condotte violente la morte di una paziente. Un’anziana ospite, che a più riprese sarebbe stata vessata e malmenata, che infine è morta, il 24 febbraio scorso, dopo un ricovero in ospedale per degli ematomi comparsi all’improvviso sul suo corpo. Proprio di questa morte si è dibattuto a lungo nell’udienza di ieri. I difensori dei quattro imputati hanno chiesto una consulenza che approfondisca le cause del decesso. In particolare è stata prodotta una prima relazione medica in relazione ai comportamenti di Pollazzon e Rosiglioni, che escluderebbe un nesso causale con la morte dell’anziana. Ma le posizioni più gravi, stando alla ricostruzione della Procura, sono quelle di Danieli e Badalamenti, che il 2 febbraio scorso erano arrivati a causare la frattura della quinta, sesta e settima costola dell’anziana. In generale, nel capo d’imputazione, si legge per “per l’effetto delle condotte violente e maltrattanti” da parte dei quattro operatori, era stato “prodotto il decesso” dell’ospite “quale conseguenza delle plurime fratture a lei prodotte e delle plurime percosse e ripetute vessazioni psicologiche”. Alla fine, ieri il giudice ha disposto una consulenza d’ufficio sulle cause di questa morte. L’incarico sarà affidato l’11 settembre. L’esito sarà determinate: se sarà confermata il nesso con gli abusi, gli ex operatori rischiano fino a 24 anni di carcere.

Ultimo aggiornamento: 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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