​L'archivio di Scaparro alla Cini: si deve riscoprire il Mediterraneo

Lunedì 20 Febbraio 2017 di Sergio Frigo
L'archivio di Scaparro alla Cini: si deve riscoprire il Mediterraneo
Se un giovanissimo 84enne come Maurizio Scaparro sceglie la Fondazione Cini a Venezia per consegnare il proprio archivio (scartando anche una richiesta del Gabinetto Viesseux), non è per musealizzarlo, ma perché pensa che «così potrà essere valorizzato e reso fruibile a chiunque, non solo sull’Isola di San Giorgio, ma in tutto il mondo, grazie al digitale: è un grande regalo che mi fanno»; oltre ad essere in continua evoluzione, accogliendo i materiali relativi alle sue future iniziative, l’Archivio sarà infatti la base di una serie di attività scientifiche e culturali sull’attività del regista («per i prossimi cento anni», scherza lui), a partire da una mostra documentale aperta nei prossimi giorni nella Biblioteca del Longhena.
La donazione avverrà ufficialmente alle 11 del prossimo giovedì grasso, nel pieno di quel Carnevale che lui stesso ha contribuito a rilanciare, negli anni Settanta, nel corso di un incontro pubblico che vedrà la presenza, oltre che dello stesso Scaparro, di Maria Ida Biggi e dei critici teatrali Anna Bandettini e Maria Grazia Gregori (curatrice del volume Scaparro. L’illusione teatrale). Ad accogliere la gran mole di documenti relativi alla sessantennale multiforme attività del regista, opportunamente selezionati, classificati e presto digitalizzati, sarà l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Cini, evoluzione del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo che nel 2017 celebra i 10 anni di attività. Nei numerosi faldoni ci sono note di regia, copioni, programmi di sala, inviti, locandine, manifesti, foto di scena, rassegne stampa, interviste, bozzetti di scena, figurini per costumi, lettere, pubblicazioni, riprese video e audio che costituiscono anche una significativa documentazione sulla storia recente del teatro e dello spettacolo italiano.
«Ci sono naturalmente - spiega Scaparro - i materiali relativi a regie come La Venexiana (1965), Don Chisciotte (1983), Memorie di Adriano (1989), La Bohème (2007, che ancora sarà replicata quest’anno al Festival Puccini di Torre del Lago, ndr), Eleonora, ultima notte a Pittsburgh (2011), e poi le regie cinematografiche e televisive, insieme a quelli relativi alle mostre curate, agli eventi e ai periodi di direzione artistica dei teatri».
Uno spazio particolare sarà dedicato ai suoi otto anni di direzione della Biennale Teatro, segnati dal rilancio del Carnevale, in particolare con l’”invenzione” del Teatro del Mondo di Aldo Rossi, un edificio galleggiante ancorato alla Punta della Dogana nel 1979 e trasportato via mare l’anno dopo al Festival Teatrale di Dubrovnik. Un itinerario ideale, da Venezia all’Adriatico e al Mediterraneo, che costituisce da sempre l’orizzonte culturale di Scaparro e anche la sua sfida per il futuro. «Ora lo vediamo come un confine, un mare di morte, ma il Mediterraneo è il luogo degli scambi più fecondi, della vicinanza e della vita. Ci rendiamo conto che anche il mare di Shakespeare non era quello del Nord, ma proprio il nostro Mediterraneo? È qui che ci sono le radici dell’Europa, che quando è nata avremmo voluto che fosse della cultura e dei popoli, e che ora invece è diventata delle banche? Lo vediamo o no che i tre paesi che più hanno contribuito all’evoluzione di questi basi culturali - Grecia, Italia e Spagna, non a caso quelli in cui si muove l’Adriano di Marguerite Yourcenar da cui ho tratto un mio spettacolo - sono anche quelli spinti ai margini dell’Unione Europea?»
Venezia dovrebbe farsi promotrice di alcune iniziative in questa direzione, secondo Scaparro, tra l’approfondimento, la riflessione e lo spettacolo, a cui potrebbe prestarsi anche l’utilizzo del suo archivio donato alla Cini. «Come dovrebbe valorizzare di più la sua vocazione teatrale, e in particolare l’eredità di Goldoni, nostro contemporaneo: perché non pensare a un festival internazionale come quello che Salisburgo dedica a Mozart, che coinvolga in particolare lo Stabile del Veneto, la Fenice, il Malibran e gli altri spazi cittadini?»
Proprio con Goldoni e la sua Bottega del caffè, Scaparro ha spopolato nelle scorse settimane al Toniolo di Mestre, anche se spera di tornare nel prossimo futuro a Venezia, proprio nel teatro che dal grande commediografo prende il nome.
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