FURTI A RAFFICA
VENEZIA C’era da aspettarselo. Il coprifuoco imposto ai pubblici esercizi per evitare possibili diffusioni incontrollate del contagio ha provocato un effetto collaterale importante che non consiste “solo” nella difficoltà in cui tante attività sono state gettate, ma soprattutto nella mancanza di quella rassicurante sensazione di sicurezza che si percepiva vedendo tanti locali aperti fino a tarda notte e, di conseguenza, tanta gente tra le calli e i campi. Ora Venezia è diventata un deserto la notte, lasciando il campo libero a ladri e delinquenti di ogni genere. E a partire dalle 21, non 99alle 3 del mattino. I mariuoli, infatti, per definizione non rispettano le leggi tanto meno i decreti del Presidente del Consiglio.
SAN STAE
È questa la novità più rilevante con cui la città è costretta a misurarsi dopo la chiusura imposta alle 18 a bar e ristoranti: solo la notte tra lunedì e ieri, i ladri si sono scatenati nella zona di San Stae. Hanno cominciato dal ristorante pizzeria Muro in campiello del Spezier e hanno proseguito verso San Giacomo e chissà dove. Al momento il conteggio è di cinque tra negozi e pubblici esercizi visitati dai malviventi. Che, come spesso accade, hanno fatto più danni scassinando gli ingressi che con i furti veri e propri. Il bottino è stato per lo più un magro fondo cassa che ormai tutti lasciano al minimo indispensabile, qualche telefono cellulare di servizio e qualche attrezzo.
INSICUREZZA DIFFUSA
«Noi siamo costretti a chiudere alle 18 - dicono alcune delle vittime - ma poi la città è in mano alla delinquenza senza che l’assenza di un presidio rappresentato dai locali, dagli avventori e dai passanti sia rimpiazzato da un aumento di pattuglie sul territorio. Di notte girano in barca e lo fanno per lo più in canal Grande e nei rii principali. Così, però, buona parte della città resta sguarnita e i ladri lo sanno».
Quasi certamente questi non saranno casi isolati, visto che le ondate di furti riguardano zone ben definite e quindi bisogna aspettarsene altri in sestieri differenti, tanto per non insospettire. Venezia di notte è tornata ad essere quel luogo spettrale che era tra marzo e aprile. E non solo di notte, visto che sempre più attività anche in centro stanno chiudendo, anticipando sempre più il momento propizio ai ladri per entrare in azione.
SUL TERRITORIO
Questo d’altronde è già accaduto a Mestre e in altre città della provincia, che hanno toccato con mano l’insicurezza indotta dalle misure restrittive anti Covid. Mestre a fine ottobre ha conosciuto una recrudescenza delle spaccate in zone in cui episodi del genere non si verificavano da anni: piazza Donatori di sangue, via Aleardi, via Miranese con il furto all’Amelia. Un altro fenomeno criminale che rischia di rialzare la testa riguarda le gang giovanili, che dei divieti se ne fregano e che potrebbero aggredire e picchiare a sangue un malcapitato passante senza che passi anima viva. Insomma, un trionfo. Ma solo per la malavita.
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