Venezia. Graffiti a Rialto, Luca Zaia: «Una tirata d'orecchi non basta, i vandali devono risarcire il danno»

Matteo Secchi, attivista di Venessia.com, cancellerà le scritte con lo stesso materiale usato nel 2014 per il cleaning day

Sabato 12 Agosto 2023 di Raffaella Vittadello
I graffiti sul ponte di Rialto

VENEZIA - Vandalismi sui monumenti, si passa alla seconda fase. Questa mattina il finestrone in legno sul ponte di Rialto imbrattato nei giorni scorsi da ignoti vandali sarà ripulito.

Matteo Secchi, attivista di Venessia.com, armato di un secchio di pittura, cancellerà le scritte utilizzando lo stesso materiale - autorizzato dalla Soprintendenza - che era stato impiegato nel 2014, quando il gruppo social aveva organizzato un cleaning day cittadino, andando a sistemare molti muri imbrattati in città. «Mi è rimasto da allora un vaso ancora sigillato - scherza Secchi - sperando che il prodotto non sia scaduto. È arrivato il momento di riutilizzarlo». Nel frattempo continua la polemica sul vandalismo sulle opere d'arte e sui monumenti cittadini, dopo i recenti episodi di Roma, Pisa, Milano, colpite al cuore da turisti incivili.

Pagare il danno

«Quando questi vandali vengono presi, una tirata d'orecchi non basta, così come sono un'ulteriore offesa giustificazioni del tipo 'non sapevo che fosse così vecchio'» tuona il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. «Temo - prosegue il Governatore - che i molti appelli al senso civico, che pur andavano fatti, non abbiano sortito effetto. Credo allora sia necessario rinforzare l'aspetto deterrente e anche quello punitivo. Ad esempio, i responsabili degli atti vandalici potrebbero essere trattenuti fino a che non avranno pagato fino all'ultimo euro il danno provocato». Solo andando a toccare il loro patrimonio, insomma, c'è la speranza che il fenomeno venga arginato. «Occorre una risposta ferma della legalità. Se occorrono nuovi strumenti li si individuino e si attuino in fretta» conclude il presidente.

Educazione civica

Sull'argomento prende posizione anche il vicesindaco Andrea Tomaello, che mentre ammette di apprezzare la street art, se praticata in luoghi autorizzati, si scaglia contro gli imbrattatori di monumenti, «che in Italia, come all'estero, devono essere visti come elementi sacri».
«I temi sono su piani diversi - afferma il numero 2 di Ca' Farsetti - da un lato il problema dell'educazione civica, che sembra ormai un argomento dimenticato, dall'altra la necessità della certezza della pena, oltre alla severità del trattamento». Secondo Tomaello, se presi, i vandali dovrebbero essere costretti, sotto la sorveglianza di esperti della Soprintendenza, a riparare il danno subito, non solo a risarcirlo. «Sarebbe giusto metterli a lavorare, a faticare, per capire quanto costa il loro gesto non solo in termini economici ma anche fisici. Sotto l'occhio degli esperti, per evitare che facciano danni peggiori, ovviamente pagati con i loro risparmi. Se penso a certe scritte, poi, che non sono arte ma semplici azioni di protesta, è evidente che pur mancando la firma sono riconducibili ad alcuni gruppi e movimenti che andrebbero cercati e perseguiti. Nonchè costretti a rimediare». 

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Ultimo aggiornamento: 17:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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