Trovato morto nel Lusenzo, è un pescatore di 42 anni: Nicola potrebbe essere caduto dalla barca

Domenica 3 Dicembre 2023 di Diego Degan
Il recupero del corpo del pescatore

CHIOGGIA - Il corpo è stato avvistato da un gruppo di pescatori, sabato mattina, verso le 9, nel canale del Lusenzo. Galleggiava accanto a una bricola, a un centinaio di metri dalla riva, nel tratto della passeggiata che si trova dietro il cimitero di Borgo san Giovanni. Nessuno, in quel momento, sapeva chi potesse essere, ma quando i vigli del fuoco lo hanno riportato a riva, qualcuno lo ha subito riconosciuto; era Nicola Turatti, 42 anni, pescatore e residente nello stesso quartiere di Borgo san Giovanni.

Nelle ore successive, si era sparsa la voce che potesse essere un uomo scomparso da Martellago nei giorni scorsi, o un altro chioggiotto di cui, al momento, mancano notizie ma, in realtà, quasi sicuramente, la sua identità è stata accertata dagli inquirenti subito dopo il ritrovamento del cadavere, tramite gli amici.

TESTIMONI
I primi testimoni avevano avvertito i carabinieri i quali, a loro volta, avevano interessato i pompieri che, giunti sul posto, avevano agganciato il corpo ad una barca e lo avevano trascinato a riva. Dapprima non si era notato nulla di strano: il corpo e i vestiti erano sostanzialmente intatti, segno di una breve permanenza in acqua, e si trattava di una persona relativamente giovane, vestito con giubbotto, jeans e scarpe, abbigliamento "da pescatore" aveva ipotizzato qualcuno. Tra le numerose persone che si erano trovate sulla riva, c'era qualcuno che lo conosceva ma che non si spiegava come potesse essere finito in acqua: un malore? un incidente? In quel tratto la riva è sormontata da un muretto e non ci sono scivoli o scalinate che permettano di risalire se si cade in acqua. Poi, però, è stato scoperto un particolare inquietante: un ematoma alla testa, l'esito di un colpo ricevuto che potrebbe ave fatto perdere i sensi al 42enne e impedito di togliersi i pesanti indumenti che, quasi sicuramente, gli avrebbero ostacolato i movimenti, lasciandolo in balia delle acque. Quel colpo in testa poteva aprire una serie di ipotesi, anche preoccupanti, ma gli inquirenti escludono l'omicidio. Del resto una botta in testa può avere origine da varie circostanze: forse il pescatore aveva sbattuto da qualche parte ed era, poi, finito in acqua; forse ha sbattuto proprio cadendo; forse è caduto e poi le ode lo hanno mandato a scontrarsi ripetutamente contro le bricole.
Il corpo è stato portato in obitorio e, nei prossimi giorni, si deciderà se effettuare anche indagini autoptiche o meno, anche in relazione a ciò che potrà essere trovato nei dintorni: del sangue sopra un marmo della muretta, qualche scheggia di legno tra i capelli, una barca abbandonata dalla quale potrebbe essere caduto, o altro ancora. Molto dipenderà anche dalla ricostruzione degli ultimi movimenti del 42enne che sarà eseguita con l'aiuto dei familiari, che sono stati avvertiti dell'accaduto.
 

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