Strage di Mestre un mese dopo: ancora incompleti gli esami sul corpo dell’autista e sul bus precipitato

Sabato 4 Novembre 2023 di Gianluca Amadori - Nicola Munaro
Bus di Mestre precipitato dal cavalcavia

VENEZIA - I dati del cellulare di Alberto Rizzotto, l’autista del bus volato nel vuoto un mese fa dal cavalcavia Superiore di Marghera, la sera del 3 ottobre, uccidendo 21 persone e ferendone altre 15, ora fanno parte dell’inchiesta aperta dalla procura sulla strage per cui sono indagati l’amministratore della società La Linea, proprietaria del bus, Massimo Fiorese, e i tecnici del Comune, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro (avvocati Massimo Malipiero, Paola Bosio, Barbara De Biase e Giovanni Coli).

Da ieri infatti la memoria dello smartphone dell’autista potrà essere analizzata: l’esperto informatico nominato dalla procura, l’ingegner Nicola Chemello, ha concluso la copia forense, alla presenza dei consulenti dei tre indagati nell’inchiesta e di alcune delle parti offese, rappresentate dagli avvocati Silvia Trevisan e Luca Mandro. I dati del telefonino serviranno per verificare se l’autista, unica vittima italiana, fosse impegnato in telefonate o a spedire messaggi prima che il bus iniziasse a scarrocciare contro il guardrail innescando la dinamica mortale, sulla quale si indaga. E tanti, dopo un mese, rimangono i punti oscuri.

LE TELECAMERE 
La copia delle immagini riprese dalle telecamere interne al bus sarà effettuata la prossima settimana: la procedura è più delicata in quanto i video potrebbero essersi danneggiati a seguito del “volo” di 15 metri e del conseguente schianto sull’asfalto del mezzo. Si tratta di tre telecamere: la prima, con la visuale dell’autista. La seconda, che riprende l’interno del mezzo dall’anteriore al posteriore e una terza in direzione inversa. Saranno queste a essere visualizzate dal perito della pm e dai consulenti delle parti, nella speranza che da lì possa emergere la descrizione per immagini della tragedia del cavalcavia Superiore. Date le circostanze dell’incidente - con il buio e riflessi dati dai lampioni - potrebbe anche essere che gli occhi elettronici, mai puntati sull’autista per questioni di privacy lavorative, possano aver ripreso “di rimbalzo” il comportamento del guidatore. Nei giorni scorsi, però, una prima visione da parte dell’esperto della procura avrebbe smorzato le aspettative dal momento che le riprese interne non sarebbero poi così nitide, vista anche la confusione e il volo di 15 metri.

LA DINAMICA 
Secondo le prima analisi della polizia locale, che ha racchiuso in una relazione di oltre 150 pagine tutta una settimana di rilievi, il bus (in servizio navetta da Venezia per l’Hu camping di Marghera) avrebbe dato un primo forte colpo al guardrail con la parte anteriore destra, ma non di punta. Poi avrebbe cozzato 27 volte sul guardrail e, una volta fuori controllo, senza più trovare sponda nella protezione interrotta da un varco di servizio di poco più di due metri, si sarebbe infilato sulla banchina dei sottoservizi. Non pensato per reggere 13 tonnellate, il cordolo ha ceduto mentre il bus ha inforcato la ripresa del guardrail: a quel punto il mezzo elettrico della Yutong si è sbilanciato, il guardrail ha fatto leva ed è caduto. Erano le 19.38 e 38 secondi.

IL GUARDRAIL 
È il nodo chiave - al momento - dell’indagine. Sul punto di caduta e sul varco si sta concentrando il lavoro dell’ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero dei Trasporti e già protagonista di accertamenti scrupolosi sul ponte Morandi che gli sono valsi il soprannome di “mastino”. Il perito della procura ha effettuato misurazioni sul guardrail, sulla ringhiera e sul palo della luce contro cui è avvenuto il primo, forte, impatto del mezzo. Poi ha fatto carotaggi e scattato fotografie anche attraverso un drone in grado di restituire immagini in 3D del cavalcavia. Si riprenderà giovedì quando verrà prelevato anche un pezzo di barriera. La relazione finale deve arrivare in procura entro il 24 febbraio 2024.

IL BUS 
Da una parte le tre telecamere, di cui verrà fatta la copia forense in una camera bianca, una sorta di sala operatoria dalla quale recuperare i dati profondi per evitare di perderli. Dall’altra la scatola nera che è ancora dentro al bus. Ma anche una perizia sul pullman che verrà conferita nelle prossime settimane per verificare l’impianto meccanico (freni e sterzo), quello elettronico e le batterie al litio alla ricerca di possibili guasti precedenti al primo impatto contro il guardrail.

IL CUORE 
Sempre sul fronte delle perizie, lunedì la procura conferirà un nuovo approfondimento sul cuore di Rizzotto: le analisi finora eseguite nell’ambito dell’autopsia non hanno infatti consentito di capire se l’autista del bus abbia avuto un malore. Se ne occuperà la cardiologa Cristina Basso, dell’Università di Padova: è chiamata ad analizzare in maniera approfondita il muscolo cardiaco dell’autista per escludere tutte le ipotesi sanitarie alla base del volo. 

LE OMISSIONI 
La prima segnalazione sulla pericolosità del cavalcavia Superiore risale al 2015, ma da allora nessuno era intervenuto tanto che il restauro del cavalcavia era iniziato il 4 settembre. Un anno e mezzo fa la procura aveva acquisito tutti gli incartamenti per verificare lo stato dell’arte ma non era emerso nulla e l’indagine conoscitiva era finita in archivio. 
Fino a un mese fa.
 

Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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