Le due donne del Mose nel poker di nomi per il governo della laguna

Martedì 24 Novembre 2020 di Lil.Ab.
Una veduta di Venezia
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Lo schema è stato messo a punto nelle stanze del governo e del ministero dei Trasporti e dlle Infrastrutture, retto da Paola De Micheli, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.

E si fonda su un’intuizione semplice quanto politicamente efficace. Affidare alle due “donne del Mose” i due più importanti incarichi di nomina governativa previsti a breve per la città di Venezia: ossia la guida della nuova Autorità per la laguna e la Presidenza dell’Autorità portuale, retta finora da Pino Musolino, la cui permanenza in laguna, dopo i contrasti con sindaco e Regione Veneto, era ormai da tempo considerata insostenibile. Le “due donne” sono Elisabetta Spitz, commissaria del Mose da circa un anno e Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, l’ex magistrato alle acque. Spitz e Zincone sono le tecniche che il 3 ottobre scorso, dopo decenni di attesa, hanno messo in funzione il Mose, fatto alzare le dighe mobili e difeso Venezia dall’acqua alta. Un successo che, è stata la convinzione maturata negli uffici del ministero, poteva essere capitalizzato promuovendole a due incarichi strategici per la città lagunare, rinnovando una sorta di ticket operativo che aveva dimostrato di funzionare con efficacia per le dighe mobili. A completare lo schema c’era poi la nomina di un commissario liquidatore di sicura competenza e alto profilo per il Consorzio Venezia nuova, la società che ha costruito il Mose e che andrà ora “chiusa” e liquidata, assegnando le competenze residue e il personale all’Autorità per la laguna. Su questo schema, a cui insieme a Paola De Micheli ha lavorato il sottosegretario veneziano alla presidenza del Consiglio Andrea Martella, il ministro ha condotto in queste ultime settimane alcuni discreti sondaggi. In particolare ha sentito il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che per legge deve esprimere il proprio gradimento per la presidenza dell’Autorità portuale, ottenendo un sostanziale via libera sia sul nome della Spitz sia su quello della Zincone. Zaia avrebbe poi informato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro dell’orientamento del ministero sulla Zincone per il porto veneziano: un’ipotesi che avrebbe incontrato il gradimento del primo cittadino lagunare. La prima casella dello schema ad essere stata riempita è stata quella del commissario liquidatore del Consorzio con la scelta, formalizzata la scorsa settimana, di Massimo Miani, esperto professionista veneziano e presidente dei Commercialisti italiani. Nelle prossime settimane si dovrebbero invece definire le altre nomine. Ma la strada non è senza ostacoli. Il primo è di tipo tecnico-amministrativo e riguarda Elisabetta Spitz. La commissaria del Mose, ex direttore generale del Demanio, è una pensionata dello Stato e come tale, per la legge Madia, non può assumere altri incarichi pubblici retribuiti. Una norma che sembrerebbe ostacolare il suo approdo alla presidenza dell’Autorità della laguna. La Spitz ha chiesto un parere di merito all’Avvocatura dello Stato e dal suo esito dipenderà in larga parte la nomina. Accanto a questo problema legislativo, ce n’è uno di tipo più politico. Mentre il Pd veneziano si è diviso fra auto-candidature e candidature poco o nulla percorribili, alcune forze ambientaliste (Italia Nostra, Venezia Cambia, Ecoistituto), poco favorevoli alla nomina della manager che ha fatto funzionare il Mose, sono scese in campo chiedendo che per la guida dell’Autorità per la laguna sia individuata una personalità più vicina al territorio e con «specifiche competenze tecnico e culturali». A sostegno di questa tesi sono circolati anche alcuni nomi come quello del professor D’Alpaos. Ma, soprattutto, le posizioni ambientaliste hanno trovato una sponda politica in esponenti locali del Movimento 5 Stelle, di cui, almeno in parte, si è fatto interprete a livello nazionale, nell’ ambito del governo il ministro per i rapporti con il Parlamento, il pentastellato veneto Federico d’Incà. Una soluzione per superare questo ostacolo politico e ottenere il via libera dei 5stelle sarebbe però stata individuata. Se, come vorrebbe il ministro De Micheli, la Zincone, lasciando l’ex magistrato alle acque, assumesse la presidenza dell’Autorità portuale, alla guida del Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto, potrebbe andare Francesco Sorrentino, ingegnere e attuale dirigente del Provveditorato a Venezia: un tecnico stimato ma anche gradito ai 5Stelle. 

Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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