Sotto accusa per i rumori notturni: il Tribunale accoglie il ricorso dell'enoteca "Vino Vero"

Domenica 6 Agosto 2023 di Marta Gasparon
L'enoteca "Vino Vero"

VENEZIA - Il ricorso alla fine è stato accolto. Il Tribunale di Venezia ha valutato infatti come non sia possibile determinare la fonte del rumore – ossia quello provocato dall’esercizio aperto dell’enoteca “Vino Vero”, situata in fondamenta della Misericordia, a Cannaregio – in un contesto ambientale fortemente influenzato da svariate e differenti emissioni sonore, come quelle provocate dai passanti o dagli altri locali presenti nelle vicinanze.

Questo il cardine attorno al quale ruota l’ordinanza che ha respinto in maniera definitiva ogni richiesta della controparte. La stessa che, esasperata dai rumori notturni provenienti dall’attività sottostante alla propria abitazione, era riuscita ad ottenere una chiusura anticipata del locale veneziano alle 23.

Un caso divenuto emblematico per le difficili convivenze che, soprattutto in determinate aree della città d’acqua e in alcune ore del giorno, appaiono sempre più di complicata gestione e spesso fonte di tensioni fra gestori dei locali e vicinato. Ed altrettanto emblematico ora che, dopo che la coppia di inquilini era riuscita in prima istanza a vedersi riconosciuto dal giudice il diritto alla quiete, il finale della vicenda è stato ribaltato. Troppo difficile – come si legge nel testo stesso del Tribunale – distinguere “il rumore antropico determinato dagli avventori dell’enoteca “Vino Vero” (gestita dalla società Tfb, ndr), rispetto a quello recato dai numerosi passanti e dagli avventori degli altri locali situati nelle immediate vicinanze”. Tanto più in una zona come quella in questione, nota per essere diventata uno dei luoghi più battuti dalla movida cittadina, e in un contesto di finestre aperte come quello delle serate estive che stiamo vivendo. Basti pensare alla contigua gelateria che, evidenzia ancora l’ordinanza, ha prolungato di recente la propria apertura fino alla mezzanotte, “con relativo incremento del rumore antropico dei suoi avventori”.

Tutte situazioni, quelle registrate in centro storico, che non hanno potuto che sollecitare nel sindaco Brugnaro, verso la fine di luglio, un’azione volta ad arginare il fenomeno. E a cercare di trovare contemporaneamente un equilibrio fra gli interessi in gioco. L’ordinanza del primo cittadino ha disposto infatti nelle zone interessate da fenomeni di aggregazione notturna alcune limitazioni in materia di orario di mescita – con sospensione stabilita all’1.30 di ogni giorno – e chiusura degli esercizi alle 2 di notte. Limitazioni che tuttavia non toccano il caso specifico di “Vino Vero”, che chiude prima di quanto indicato dal regolamento, ossia a mezzanotte (salvo il sabato e la domenica, quando l’orario viene esteso fino all’una). Un aspetto, quest’ultimo, messo in luce mercoledì proprio dal Tribunale, che ha sottolineato inoltre come l’enoteca non adotti musica dal vivo nell’ambito del proprio plateatico. «Un eventuale provvedimento condotto solo nei confronti di “Vino Vero”, in questo contesto sarebbe divenuto punitivo e sanzionatorio – riflette Sebastiano Angelini, l’avvocato difensivo dell’enoteca –. Per misurare il superamento dei tre decibel differenziali tra il rumore ambientale e quello provocato dall’esercizio aperto, bisogna che avvenga nella stessa circostanza. Comparare la misurazione con “Vino Vero” aperto tra le 22 e le 23 con il rumore residuo, senza cioè quest’ultimo aperto all’una di notte, non è efficace. E questo è stato ammesso anche dalla controparte». Altro passo sottolineato dall’ordinanza che ha stabilito come il rilevamento dei rumori non sia stato eseguito in maniera conforme. 

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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