La prostituzione in strada sta sparendo: web e case per il sesso. A Venezia oltre 1.000 sex worker

Domenica 28 Maggio 2023 di Davide Tamiello
Sta sparendo la prostituzione sulle strade

MESTRE - Della prostituzione in strada è rimasto (quasi) solo il ricordo. Quasi, appunto, perché qualcuna inevitabilmente è rimasta. Ma se ne 2009 (l’anno che ha fatto registrare il picco di presenze in questo secolo) si contavano 120 lucciole tra le vie della città, oggi sono ridotte a un decimo di allora. E visto che il sesso è uno di quei settori di mercato che non passeranno mai di moda, è lecito chiedersi dove siano finite. La risposta è quella più ovvia: in casa. La prostituzione indoor, in questi ultimi tre anni, è cresciuta a livello esponenziale e la cartina tornasole è la mappa offerta dal noto sito di incontri “Escortadvisor” che a Venezia (tra centro storico e terraferma) recensisce circa un migliaio di sex worker di ogni sorta (ieri erano 1.061 per la precisione, ma il numero varia quotidianamente anche perché ci sono continuamente account che si aggiungono o che scompaiono).

I numeri sulla prostituzione in strada trovano una duplice conferma: da una parte i sopralluoghi della polizia locale, dall’altra il lavoro costante dell’osservatorio Antitratta (prima in capo al Comune, oggi alla Regione).

Strade diverse per seguire lo stesso fenomeno e che portano alla stessa conclusione: in tutto si contano una manciata di prostitute bulgare in via Fratelli Bandiera e un gruppetto misto tra italiane, cinesi e transessuali nel rione Piave. In tutto parliamo di un totale che varia tra le 12 e le 15 unità. Un quadro ben diverso rispetto a quello pre 2010 in cui nel mercato c’erano albanesi, kosovare, cinesi, nigeriane, ucraine e ungheresi in almeno cinque zone rosse della città. La chiave di lettura delle forze dell’ordine, e in questo caso della polizia locale, è che sia un risultato collegato principalmente all’azione di contrasto. L’anno scorso i vigili hanno chiuso con 300 multe (più Daspo) per i clienti: questo, probabilmente, è stato un deterrente importante perché una volta danneggiata la domanda si mette in difficoltà anche l’offerta. Dal 2010 a oggi, inoltre, per le prostitute che violavano l’ordinanza comunale sono scattate quasi 400 sanzioni: negli ultimi anni avevano resistito in alcune laterali di via Fratelli Bandiera alcune ragazze in camper. La polizia locale ha sequestrato anche quelli e le presenze sono ulteriormente diminuite. 

Le ex zone rosse

A parte via Piave e via Fratelli Bandiera, però, è significativo il dato su altre due strade che, dieci anni fa, erano considerate zona rossa: via Terraglio e via Orlanda. La prima registra delle presenze occasionali di ragazzi che vivono lì, nella seconda invece le ragazze non ci sono proprio più. Secondo l’osservatorio la spiegazione è un po’ più articolata: la repressione non è l’unico fattore, anche perché in Veneto è una tendenza registrata un po’ ovunque. Il Covid ha sicuramente contribuito al passaggio di modalità dalla strada all’appartamento. I numeri di Escortadvisor, avvisano, non sono però così precisi: qualcuna usa l’account anche solo per spostarsi a domicilio del cliente, non ha una casa in cui esercita. E non ci sono solo i siti di annunci: una parte di quelle professioniste del sesso si è spostata sui social, e usa Facebook e instagram per agganciare i propri clienti. Stando, però, alla mappa di Escortadvisor le aree con una maggior presenza di appartamenti del piacere si concentrerebbero in centro storico tra San Polo, Cannaregio e Castello mentre in terraferma sarebbe particolarmente coperta la zona del centro di Mestre (ed è indicativo il fatto che manchi all’appello via Piave) per poi allargare il raggio anche a Favaro, Gazzera e Marghera.

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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