Preso il picchiatore seriale di piazzale Roma: ricoverato in ospedale per un Tso

Domenica 1 Ottobre 2023 di Davide Tamiello
Un'immagine di Piazzale Roma a Venezia

VENEZIA - Il picchiatore seriale di piazzale Roma è in ospedale in Tso. Il 26enne moldavo, bloccato dalla polizia locale il 22 settembre, da allora si trova nel reparto di Psichiatria dell’ospedale dell’Angelo: ieri ha avuto un rinnovo del trattamento sanitario obbligatorio per altri sette giorni. La serie di aggressioni del 26enne moldavo residente a Favaro, quindi, è stata interrotta da allora. Trattandosi di un caso psichiatrico conclamato le forze dell’ordine, con lui, hanno le mani legate: niente arresti, niente fermi, niente Daspo. Un caso molto simile a quello di un altro personaggio molto conosciuto a piazzale Roma: quel Pasquale Aita che da anni, ormai, ha messo radici nella porta d’ingresso di Venezia.

Certo, Pasquale non è così pericoloso, ma finora ha collezionato una sequela infinita di denunce e, di fatto, non è possibile rimuoverlo dalla sua postazione quotidiana.

Preoccupa un po’ di più il fatto che il 26enne di Favaro alzi le mani senza motivo e giri molto spesso con un coltello in tasca: per il momento, comunque, non lascerà l’ospedale.  La polizia locale lo segue ormai da settimane: trovato con armi da taglio o denunciato per lesioni personali. Tutti reati che, comunque, non prevedono l’arresto. L’identikit è noto: indossa sempre una felpa con cappuccio e un giubbino smanicato. Si apparta tra i giardini di piazzale Roma e la fermata di Santa Chiara o sale sui mezzi pubblici per individuare le proprie vittime senza una ragione precisa: per loro, una volta finite nel suo mirino, c’è poco da fare se non tentare di evitarlo. Gli ultimi casi avevano riguardato un giovane calciatore residente a Venezia che si allena in terraferma: per due volte - il 13 e il 19 settembre - era stato aggredito dal ventiseienne.

La prima volta davanti alla stazione di Santa Lucia, quando era stato colpito alla nuca da un pugno; la seconda all’imbarcadero di Santa Chiara, ed era stato solo grazie all’aiuto di un altro veneziano che il calciatore non era stato colpito di nuovo in testa. Tante sono state le volte che le forze dell’ordine sono state chiamate a intervenire per sentirsi raccontare vicende quasi sempre tutte uguali. Perché il canovaccio delle aggressioni non si scostava mai dal copione originale: vittime scelte a caso e prese a pugni. Alcune settimane fa il ventiseienne aveva preso di mira i gestori bengalesi di un chiosco ai giardini di piazzale Roma. Per diverse sere aveva tentato di colpirli con bottiglie di birra lanciate all’interno del chiosco.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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