Motonave Sandra Z, da gioiello della flotta di Actv a relitto in via di demolizione

Sabato 11 Giugno 2022 di Raffaella Vittadello
La motonave Sandra Z
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VENEZIA - Nessuno si è opposto nei termini di legge. E quindi, salvo sorprese dell'ultima ora, Actv provvederà alla demolizione della motonave Sandra Z, varata solo 22 anni fa a fronte di cimeli galleggianti della flotta aziendale che invece raggiungono quasi i 90 anni di moto. Dopo l'avviso di demolizione volontaria, in cui è stata chiesta alla Capitaneria la cancellazione della motonave dai registri della proprietà navale, l'azienda ha pubblicato una manifestazione di interesse alla demolizione: le aziende interessate devono presentare la loro proposta entro il 21 luglio e dovranno dire quanto verrà a costare l'operazione, previo sopralluogo obbligatorio: l'aggiudicazione avverrà sulla base della miglior offerta (se il ricavo dal materiale di risulta sia superiore ai costi previsti) o del minor prezzo in caso contrario. Se ci dovesse essere parità di offerte si procederà a un rilancio dell'offerta o a un sorteggio. Una fine ingloriosa per quello che era stato considerato un gioiello della flotta aziendale, protagonista fin dal suo inserimento in linea di una serie di incidenti e che segue un percorso diverso dalla sorella maggiore Concordia, costruita nel 1935 e che è stata dichiarata di interesse storico dopo una raccolta di firme.

Sandra Z., costruita nel 1999 dai cantieri Smeb di Messina, fu intitolata alla prima donna capitano di Actv prematuramente scomparsa e arrivò a traino a Venezia dopo un viaggio particolarmente travagliato. Costata quasi 5 miliardi di lire, fu inaugurata in pompa magna, ma già nel percorso inaugurale iniziò a fare le bizze. Oggi è poco più che un rottame di quasi 300 tonnellate di stazza, svuotata della propulsione e depredata (furto da parte di ignoti denunciato da Actv) di tutto il rame che vi era all'interno, che faceva parte dell'impianto elettrico e delle coibentazioni. E pensare che sarebbe stata in grado di trasportare fino a 1.200 passeggeri ed era l'unica ad essere attrezzata con un bagno per i disabili ed era stata pensata per collegare Venezia e Punta Sabbioni, la tratta dove maggiormente si sente la necessità, soprattutto in certe ore, di imbarcare passeggeri diretti tutti nello stesso posto. Invece il numero di incidenti, dovuti in parte al suo sistema di comando, lo Shottel, che vent'anni fa era agli albori, ne scoraggiarono l'utilizzo. La cronaca ricorda una collisione contro il muro del cimitero di San Michele a pochi giorni dal viaggio inaugurale, molte violente botte ai pontili in fase di approdo, frequenti e improvvise avarie in cui il quadro dei comandi andava in tilt ed era necessario far ripartire il sistema. E mentre il software si riavviava la motonave restava ingovernabile per lunghissimi secondi. E quando poi si facevano le verifiche tecniche sui guasti, tutto risultava a posto. Quindi la motonave fu disallestita e «utilizzata per feste danzanti» come ha ricordato il Tg satirico di Striscia la notizia, che ha rispolverato la vicenda nei giorni scorsi.

Ma fu impiegata anche, in assenza di altri mezzi, per il trasferimento dei tifosi ospiti del calcio Venezia dal Tronchetto allo Stadio Penzo di Sant'Elena, «con un costo annuo di mantenimento di circa 40 mila euro all'anno» annotava in una relazione Sebastiano Costalonga nel 2012 in qualità di consigliere comunale. Nel 2006, dopo la promessa di un suo ritorno in linea, l'ennesima marcia indietro e la trasformazione definitiva in deposito galleggiante.

Ultimo aggiornamento: 14:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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