L’emergenza sanitaria globale lo riporta in corsia: medico stroncato dal Covid

Venerdì 11 Dicembre 2020 di Filippo De Gaspari
MORTO IN TRINCEA Nel tondo in alto il dottor Francesco Gasparini, di Mirano: aveva 67 anni e secondo gli amici medici non soffriva di particolari patologie. Nella foto grande il reparto Covid di Dolo
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VENEZIA Nel tragico bilancio di un altro giorno da 19 decessi e con i denti del coronavirus stretti alle caviglie, c’è una morte che nel Veneziano fa più rumore delle altre, quella di Francesco Gasparini, medico in pensione tornato volontario nella trincea degli ospedali per combattere il virus assieme ai suoi colleghi. E ucciso da quel virus che sta facendo tremare i polsi al mondo intero.
Il Covid, quindi, miete una vittima eccellente nel fronte avversario, colpendo tra la schiera dei medici e in particolare tra quelli che, nonostante la pensione, coraggiosamente avevano accettato di rientrare in servizio per combattere il virus.

Mirano piange la scomparsa del dottor Francesco Gasparini, colpito un mese fa dal virus e spentosi ieri a 67 anni in Terapia intensiva a Mestre, assistito dai colleghi.

A Mirano il dottor Gasparini, anestesista professionalmente capace e umanamente apprezzato da colleghi e pazienti, era noto anche per essere figlio del compianto sindaco Gioacchino Gasparini, ex partigiano e primo cittadino della città tra il 1961 e il 1970. 
LA SUA STORIA
Francesco Gasparini era in pensione da circa tre anni, dopo aver a lungo lavorato negli ospedali dell’ex Ulss 13, tra la sua Mirano e Dolo, ma come molti non aveva mai smesso il camice, proseguendo nel lavoro che per lui era soprattutto una passione e un modo per aiutare le persone. Lo aveva fatto in libera professione e quando il Covid aveva fatto la sua comparsa, a inizio anno, non aveva esitato ad accettare la proposta di tornare in corsia usufruendo della finestra di chiamata per i medici in congedo e rimettendosi a disposizione della sanità in questo momento delicato e difficile. Aveva prestato servizio al Civile di Venezia ma anche nei nosocomi di Dolo e Mirano; non sarebbe stato a diretto contatto con i pazienti Covid, ma è chiaro che in questa fase l’ambito lavorativo ospedaliero non esclude situazioni di rischio. 
Gasparini era risultato positivo e da circa un mese le sue condizioni si erano aggravate: ricoverato prima a Dolo, è stato poi trasferito all’Angelo dove è spirato ieri pomeriggio. La medicina era stata la sua passione fin da giovane: laureato all’Università di Padova nel 1980, si era poi specializzato in Anestesiologia e Rianimazione a Trieste. Molto stimato nel suo ambito, era specializzato in anestesia bariatrica, endovenosa, analgesia in travaglio di parto ed emodinamica non invasiva. Era stato dirigente medico di primo livello. Gasparini lascia la moglie e due figli: viveva con loro a Mirano, la sua città, la città di suo padre, partigiano e sindaco rimasto nei cuori dei miranesi, tanto che gli era stata dedicata qualche anno fa la Villa Belvedere, che da sindaco aveva acquistato e reso pubblica. Nell’occasione della sua intitolazione, Francesco, che era anche un appassionato fotografo, aveva immortalato ogni istante di quella toccante cerimonia pubblica. Addolorata la sindaca Maria Rosa Pavanello: «Siamo profondamente colpiti dalla notizia - commenta - e senza parole: era una persona molto attenta, sana, che ha saputo mettersi subito a disposizione in questa emergenza. Speravamo tutti in una sua ripresa, personalmente ci ho creduto fino all’ultimo». Cordoglio è stato espresso anche dall’Ordine dei medici di Venezia e dall’assessore Gabriele Petrolito, suo collega in ospedale per tanti anni. 
LA GIORNATA DI IERI
Quella di ieri è stata un’altra giornata all’insegna della sofferenza per il Veneziano, con i contagi che non ne vogliono sapere di calare e con tutti gli indicatori che dimostrano come, in questa seconda ondata, sia distante la fase calante della pandemia.
Nelle ventiquattr’ore tra mercoledì e ieri ci sono stati 19 morti (tra questi anche Claudio Trusso-Zirma, compagno della consigliera di municipalità di Mestre-Carpenedo, Marisa Groarini) che portano il conto totale a 760 croci dall’1 marzo. Crescono ancora i contagi: 596 nuovi positivi, in aumento anche rispetto ai 561 di mercoledì. In totale i veneziani che si sono imbattuti nel virus da inizio pandemia sono 26.471. Gli attualmente positivi sono saliti a 10.287. Capitolo ricoveri: sono in ospedale 539 persone (-5) di cui 58 in Terapia intensiva, -2 su mercoledì. Il calo però va tarato sull’incremento dei decessi. Questo mentre nelle case di riposo più del 6% degli operatori è risultato positivo al coronavirus.
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