I 50 anni di Ugo, chef dei politici e dei vip

Venerdì 7 Febbraio 2020 di Elisio Trevisan
CAMPALTO Ugo Zanon e la moglie Graziella davanti al ristorante di via Orlanda a Campalto
MESTRE Domenica festeggiano 50 anni di matrimonio con il loro ristorante a Campalto, dove un appartamento costa come a Venezia perché è vicino all’aeroporto e alle autostrade. Da mezzo secolo, primo febbraio del 1971, Ugo e Graziella mandano avanti il locale dove si mangia pesce fresco preparato secondo la tradizione e dove si va per incontrare la gente che conta in città, ma allora era una trattoria per operai e per famiglie. Si chiamava Al Mutilato perché Zanon, battezzato Giovanni in onore al nonno ma sempre chiamato Ugo dai genitori, acquistò la licenza da Angelo Marafatto tornato dalla Prima Guerra Mondiale senza un braccio. 

Ali di pollo, testa di gallina, trippa, piedini di maiale era il menù, e Ugo quello cominciò a cucinare a 21 anni. Dopo un anno lo raggiunse la fidanzata Graziella, che aveva conosciuto a Cittadella suo paese d’origine: «Ci siamo sposati, non sapeva cucinare neanche un uovo e oggi prepara da sola cento coperti al giorno. Lei è la regina della cucina, io ho creato un impero e sono padre padrone con i collaboratori ma chi viene a lavorare qui, se è onesto e ha buona volontà, entra in famiglia, uguale alle mie figlie e ai miei sei nipoti, compreso quello che gioca nei giovani della Roma».
L’IMPERO
Il Canova, alloggi, bar e tabaccheria a fianco del ristorante affidato alla figlia Manola, e l’Antica Fenice, hotel e ristorante sempre in via Orlanda che fino a poco tempo fa gestiva l’altra figlia, Barbara: sono l’impero di Ugo ma il trono è dentro all’antico ristorante anche se non si siede mai perché gira come una trottola.
Solo dopo la metà degli anni Settanta fu costretto a riposarsi per qualche tempo perché dietro al ristorante, in via Bagaron, il Comune aveva costruito palazzi popolari dove all’inizio andarono a vivere anche i mezzi delinquenti trasferitisi da Venezia e da Mestre, e del Mutilato avevano fatto il loro ufficio dove si ubriacavano. Alle otto di sera Ugo era costretto a chiudere, proprio allora che aveva deciso di proporre pesce, come nella Riviera del Brenta.
«Chiesi aiuto anche al commissario Albanese, due anni prima che le Brigate Rosse lo trucidassero, ma non c’era molto che potesse fare». Così Giovanni Ugo Zanon ha fatto suo il proverbio “aiutati che Dio ti aiuta”, «un po’ sono morti di malattia, un po’ ho cominciato ad allontanarli, con le buone e, se non bastava, con le cattive». È stata una lunga battaglia e finalmente nel 1992, con una ristrutturazione importante dell’intero locale, è partito con il pesce, ogni giorno a pranzo tranne la domenica, e il fine settimana anche la sera (giovedì, venerdì e sabato).
E da allora, diventato amico di tutta via Bagaron, quasi ogni mattina alle 6 si presenta al mercato del pesce di Chioggia con il suo furgoncino, e a fine pomeriggio a quello di Caorle dove aspetta l’arrivo delle barche, e sceglie il pescato del giorno, una volta in coda con altri 70 ristoratori, oggi quasi da solo perché gli altri ordinano per telefono e se ne stanno a dormire: negli anni Novanta passarini, moeche, go (col relativo risotto), gamberetti, cefali, lotregani, bevarazze (le vongole) dalle spiagge di Caorle e, col passare del tempo, anche crudo, astice, aragosta. Più il pesce dei suoi amici pensionati o cassintegrati che vanno in laguna con i barchini e gli portano le prelibatezze, compresi i caparozzoli da Murano e Burano. Quelli che il professor Federico Stella, difensore dell’Enichem ai tempi del processo al Petrolchimico, quando da Ugo andavano tutti gli avvocati a pranzo, ordinava e mangiava con le mani nei giorni in cui invitava le controparti: «Per fargli vedere che la laguna non era inquinata».
I CLIENTI
Graziella cucina, lui serve ai tavoli i clienti che non vogliono il “parecio”, le salse e i locali alla moda, ma ciò che di buono c’è nel piatto. Come Renato Chisso, ex potente assessore regionale ai Lavori pubblici, amico di Ugo da almeno quarant’anni «che, come Giancarlo Galan, ha sempre onorato ogni conto». Galan, dopo gli arresti del Mose a giugno 2014, è sparito e anche Chisso, per il periodo della carcerazione, ma oggi è spesso a pranzo a dare consulenze politiche, e qualche volta torna pure Galan. «Per me è sempre stato e rimane un amico, ha fatto del bene alla comunità di Favaro e Campalto, se ha davvero fatto qualcosa di male penso abbia pagato. E per il ristorante devo a lui se è diventato quel che è, perché con la sua presenza attirava nuovi clienti che avevano bisogno di parlargli e, intanto, mangiavano».
Del resto Da Ugo è l’ufficio gourmet della politica non da ieri e non solo veneziana dato che ci va pure il presidente del Pd Paolo Gentiloni: tutti gli ultimi sindaci di Venezia ci hanno piazzato le tende («solo Cacciari non è mai venuto»), Paolo Costa con la sua cerchia, Giorgio Orsoni e Luigi Brugnaro che ci andava anche prima di diventare sindaco e che domenica guiderà l’esercito di 250 invitati assieme all’assessore Renato Boraso per fare gli auguri a un imprenditore che a 71 anni ancora fa progetti di sviluppo. Ognuno dei sindaci ha una sala preferita, tutti mangiano e lavorano. Mentre i vip dello sport o di cinema e teatro (i Pooh, Francesco Moser, Patty Pravo che ama il baccalà mantecato con l’aglio, Gigi Proietti, Pippo Inzaghi che è sempre in dieta... ) si siedono dove capita e si godono i piatti di Graziella.
 
Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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