Strage del bus, cinque anni di ritardo per i lavori: la Procura apre un'inchiesta sull'uso dei fondi

Sabato 11 Novembre 2023 di Nicola Munaro
La perizia sul cavalcavia dove è caduto il bus

MESTRE - Il 4 settembre, un mese prima della strage del bus di La Linea con i suoi 21 morti (20 turisti e l'autista Alberto Rizzotto) e 15 feriti, sul cavalcavia Superiore di Marghera iniziavano i lavori di rifacimento e ristrutturazione delle barriere di protezione, i guardrail. Se l'amministrazione comunale veneziana e gli uffici tecnici avessero rispettato il cronoprogramma, il 23 maggio scorso il cavalcavia ristrutturato sarebbe stato collaudato e consegnato.
Ed è questo il nuovo filone preso dall'indagine condotta dalla procura di Venezia, che adesso vuole capire come mai i lavori siano iniziati cinque anni dopo il via libera, dato in Giunta nel 2018, e come siano stati usati i fondi accantonati per l'intervento.

Prima approvato e poi rimandato. Un approfondimento non da poco anche perché al centro della tragedia c'è proprio il guardrail. O meglio, il varco di quasi due metri nel quale l'autobus elettrico guidato da Rizzotto (unica vittima italiana della strage) si è in un certo senso infilato per poi percorrere qualche metro sulla banchina dei sottoservizi, inforcare il punto di ripresa della barriera (rimasto incastrato nella carcassa del mezzo) e volare nel vuoto per quindici metri, una volta ceduta la banchina, non pensata per reggere un peso di oltre 15 tonnellate. Resistenza e regolarità di quel guardrail - mai cambiato dagli anni Settanta - verranno ora testati nei laboratori di Ingegneria del Bo di Padova, mentre le autorizzazioni e le deroghe ad una struttura non più a norma sono al vaglio dell'ingegner Placido Migliorino, dirigente del Ministero dei Trasporti e super-perito della procura per il cavalcavia, dal quale ha prelevato asfalto e barriere.

IL COMUNE
Ma il versante amministrativo è ciò su cui si sta concentrando la magistratura. La domande sono due: perché si è cominciato dopo? E perché - e dove - sono stati spostai i fondi dedicati? Domande che non sono un'accusa implicita ma fanno parte di tutte quelle verifiche impostate dalla procura di Venezia per arrivare a dare una risposta a come sia potuta accadere una simile tragedia, su una delle strade più trafficate della città. Oltretutto, per stessa ammissione del procuratore Bruno Cherchi, le carte relative alle segnalazioni di pericolo legate allo stato del cavalcavia Superiore erano già state acquisite dalla procura dopo un'intervista dell'assessore ai Trasporti, Renato Boraso. Era il 2021 e non era emerso nulla, a detta di Cherchi. Dopo la tragedia del 3 ottobre quelle carte sono state rispolverate e ne sono state aggiunte altre, comprese quelle relative allo spostamento di tutto ciò che riguardava i lavori di ristrutturazione del guardrail del cavalcavia Superiore.

LA RELAZIONE
Il via libera all'"Adeguamento normativo e il consolidamento del nuovo cavalcavia superiore di Marghera" arriva con una delibera di Giunta firmata il 12 settembre 2018 dal sindaco Luigi Brugnaro. Poi tempi burocratici, pandemia da Covid 19 e (anche) spostamenti di previsioni di bilancio, quindi fondi destinati, hanno ritardato le varie fasi dell'avvio dei lavori, che adesso dureranno un anno e mezzo. E sì che il Comune aveva in mano una relazione sulle tante criticità riscontrate nel 2017 con le analisi, commissionate da Ca' Farsetti stessa, sui materiali e sulla vulnerabilità sismica, ed effettuate dagli Ingegneri Associati Gianfranco Baldan, Gianluca Pasqualon e Gianluca Baldan e da Ecis Srl. Aspetti che si trovano ancora in quel cavalcavia costruito nel 1967 e da allora "mai stato oggetto di interventi significativi di rafforzamento strutturale", come si legge nel Documento preliminare alla progettazione allegato alla delibera del 2018. Gli ingegneri parlavano di cordoli, "particolarmente degradati sul lato Marghera, con evidenti distacchi di porzioni di materiale"; la sicurvia e i parapetti: "Su entrambi i lati del viadotto, specialmente su quello verso Marghera, si rileva un importante e diffuso danneggiamento". "I guardrail, ove presenti, non sono conformi alle vigenti disposizioni legislative"; e, ancora, i pulvini: "... dilavamento del calcestruzzo prodotto dall'azione dell'acqua mal canalizzata, distacchi del copriferro ed esposizione delle armature metalliche all'intradosso, distacco di porzioni di calcestruzzo. Sono presenti, inoltre, evidenti rotture al di sotto degli appoggi".
 

Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 16:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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