Paolo e Alessandro Garbisi, i due fratelli di Martellago, in nazionale di rugby insieme battono la Romania. La mamma: «Cammino a due metri da terra»

Domenica 20 Agosto 2023 di Nicola De Rossi
Paolo e Alessandro Garbisi, i due fratelli di Martellago, in nazionale di rugby insieme battono la Romania. La mamma: «Cammino a due metri da terra»

MARTELLAGO - «Sono una mamma che cammina a due metri da terra». Nasconde a fatica l'emozione, e l'orgoglio, Francesca Tegon per i suoi due ragazzi, Paolo e Alessandro Garbisi, di Martellago, che ieri a San Benedetto del Tronto hanno scritto una pagina di storia del rugby italiano: "Mai la mediana della Nazionale è stata composta da due fratelli dal primo minuto" ricorda la signora Francesca: i due giovani campioni avevano già giocato assieme per l'Italia per uno scampolo di gara, ma non erano mai partiti entrambi titolari come accaduto nel match di sabato contro la Romania, terzo dei quattro test-match in preparazione del Mondiale di Francia al via il 6 settembre. "Peraltro - nota la mamma anche per loro è una prima assoluta; sembrerà strano, ma non hanno mai giocato nella stessa squadra ad eccezione della Nazionale", tra differenza di età, due anni, e percorsi diversi di club: Paolo, mediano di apertura, il numero "10", ha 23 anni, da due milita nel Montepellier, che gli ha appena rinnovato il contratto per un altro biennio, disputando il campionato più importante al mondo, il Top 14 francese; Alessandro di anni ne ha 21, è mediano di mischia, il "9", e gioca nel Benetton Treviso.

SACRIFICI

«Al di là di questo evento storico, la ciliegina sulla torta, i miei figli stanno vivendo da un po' una grande esperienza che li ripaga di tanti sacrifici, loro ma anche di noi genitori che li abbiamo portati fin da piccoli agli allenamenti e alle partite seguendoli con passione" spiegava ieri Francesca Tegon poco prima di incollarsi alla tv e guardare la partita, rigorosamente da sola per concentrarsi tutta sul match, come fa sempre quando non le è possibile seguirla allo stadio.

E dire che Paolo aveva iniziato con il calcio, "ma non gli piaceva racconta la mamma Avevamo degli amici di famiglia che giocavano a rugby, lo abbiamo portato a Mogliano ed è stato amore a prima vista. Alessandro si è messo in scia senza neanche pensarci".

UN FUTURO DAVANTI

«Provo tanta emozione e orgoglio - continua -, sono una mamma che cammina a due metri da terra, mi sembra impossibile avere due figli così, e non solo per l'aspetto sportivo. Hanno fatto tanta strada per arrivare dove sono, e sono giovani, hanno tutto un futuro davanti; hanno compreso di avere del talento e deciso di coltivarlo con sacrifici e duri allenamenti per arrivare al top, ma non sono solo due atleti che hanno raggiunto la Nazionale, sono anche due bravissimi ragazzi, due belle persone". Anche nello studio: Paolo studia Giurisprudenza a Treviso, "pur vivendo oggi in Francia ha voluto continuare a studiare in un'università italiana"; Alessandro fa Economia a Ca' Foscari. Un orgoglio non solo per genitori e nonni ma anche per l'intero comune di Martellago, dove le famiglie Garbisi e Tegon sono conosciute da tutti. Non a caso anche il sindaco Andrea Saccarola ieri ha dedicato alla "straordinaria storia" dei due fratelli e all'evento un post sulla sua pagina Facebook e su quella istituzionale dell'Ente: "Entrambi portano altissima la bandiera del nostro Comune nel mondo, due eccellenze del nostro territorio, due cittadini per i quali faremo tutto il tifo possibile, noi e tutta la comunità". Infatti ieri diversi martellacensi, anche non appassionati della palla ovale, non si sono voluti perdere la partita da annali. Che poi per mamma Francesca si è rivelata un'emozione nell'emozione, perché sul campo i due Garbisi sono stati protagonisti assoluti del largo successo dell'Italia sulla Romania per 57 a 7: Paolo ha dispensato assist vincenti à go-go mandando in meta diversi compagni e trasformando sei piazzati per uno score personale di dodici punti, uno dei quali proprio dopo una meta marcata dal fratello Alessandro, che ha portato il totale di punti assicurato dalla "famiglia" alla causa azzurra a 17.
«Quando li ho visti vicini durante l'Inno di Mameli mi sono proprio commossa e ho pianto conclude la mamma Poi è uscita l'adrenalina e mi sono concentrata sul gioco non perdendomi una sola azione. Hanno giocato bene, come il resto della squadra, ma si sapeva che l'avversario era inferiore e bisogna migliorare ancora: del resto i miei figli sono i primi a essere critici e a voler alzare sempre di più l'asticella».

Ultimo aggiornamento: 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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