Gli ex leghisti cacciati ora guardano a Da Re. Semenzato: «L'idea è bella, ma aspetto di capire chi farà parte della squadra»

Domenica 10 Marzo 2024 di Davide Tamiello
Umberto Bossi

Lasciamo perdere per un attimo simbolo e nome: il piano di rifondazione di Gianantonio Da Re è un romantico ritorno al passato ma che diventerà per forza materia di avvocati. Dovendo pensare solamente al progetto di ricreare una Lega versione originale, quel "sindacato del Nord" così distante dalla svolta nazionalista portata da Matteo Salvini, quanti ci starebbero?

Il cambiamento non è stato indolore: negli ultimi 14 anni ci sono stati più di 40 espulsioni in più tornate, prima con Flavio Tosi segretario regionale e poi con Salvini segretario nazionale. Tra i cacciati illustri anche l'ex parlamentare Corrado Callegari, che dopo l'uscita forzata ha fondato, insieme a Paolo Pizzolato, Alessandro Vianello ed altri ex leghisti della prima ora, Prima il Veneto.

La domanda è una: sarebbe pronto a salire su un Carroccio tutto nuovo? «Il progetto fa parte della mia storia, trent'anni della mia vita - commenta - sarebbe bello, ma rifondare una realtà del genere dopo tanti anni non so se sia qualcosa di realizzabile.

Sono cambiati i tempi, le esigenze della gente. Abbiamo avuto la fortuna di vivere un'epoca straordinaria, adesso non so se avremmo il seguito di prima con determinati argomenti».

A Callegari l'espulsione dal suo partito non è mai andata giù. Soprattutto non ha mai digerito il cambio di rotta radicale che ha portato alla cancellazione delle parole "indipendenza" e "secessione" dal vocabolario leghista.

L'unica cosa che posso rimproverare a Da Re è di essersi mosso troppo tardi

«Si era capito che il progetto era finito nel momento in cui è uscito di scena Umberto Bossi. Anche Tosi aveva un'idea nazionalista e l'ha dimostrato il percorso che l'ha portato a Forza Italia, Salvini era il suo gemello. Vero che Salvini ha risollevato la lega portandola al 36 per cento, ma l'ha fatto puntando tutto sull'immigrazione clandestina e questo significa non avere un progetto politico. Loro due non avevano nulla a che vedere con il sindacato del Nord. Da Re doveva svegliarsi dieci anni fa. Quello che ha subito è vergognoso, ma non è diverso da quelle 36 espulsioni del 2013, stesse modalità: non esiste confronto, chi non la pensa come il capo è fuori». Callegari, comunque, non chiude le porte: lui e Prima il Veneto guardano con molta curiosità la rivoluzione Da Re.


C'è chi, invece, guarda con molto scetticismo la scissione

L'ex assessore provinciale Massimiliano Malaspina che dopo l'espulsione del 2010 era stato per cinque anni segretario di Grande Nord) non ci pensa minimamente a rientrare in campo. «Non credo che Da Re mi vorrebbe, non credo che vorrei tornare io. Non credo comunque che una rifondazione possa avere grande successo: la gente preferisce sempre l'originale». Più possibilista l'ex vicesindaco di Mirano ed ex consigliere regionale Alberto Semenzato: «L'idea è bella, ma aspetto di capire chi farà parte della squadra. La lega attuale non mi rappresenta più, vediamo cosa nasce da questo progetto».

Ultimo aggiornamento: 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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