Lavoro nero, 14 ristoranti e locali chiusi: "retata" a Venezia e provincia. "Tuttofare" abusivo da 5 anni pagato 4 euro l'ora

Multe per 235.000 euro, scoperte gravi carenze igeniche e aziende fantasma

Sabato 9 Aprile 2022
Lavoro nero, 14 ristoranti e locali chiusi: "retata" a Venezia e provincia. "Tuttofare" abusivo da 5 anni pagato 4 euro l'ora
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VENEZIA - Lavoratori in nero, sicurezza sul lavoro non rispettata: sono 23 le ditte individuate, 75 i lavoratori controllati di cui 19 trovati irregolari. Quattoridici le attività di impresa sospese, sanzioni complessive per 235.000 euro.

E' l'esito dei controlli dai Carabinieri con l'Ispettorato del lavoro in questi giorni pre-pasquali.

In un ristorante di Marghera è stato trovato un lavoratore di origine algerina, impiegato con mansioni di “tuttofare”, che lavorava lì in nero da 5 anni senza alcuna copertura assicurativa, per soli 4 euro per ogni ora di lavoro. Sanzioni per 35.000 euro e 45.000 euro di contributi e premi assicurativi risultati non versati. 

A Venezia centro storico tre locali chiusi e multe per 150.000 euro. Nelle aree della movida di Rialto, identificati anche 25 lavoratori, 5 dei quali sono risultati “in nero”. Riscontrate, in tutti gli esercizi commerciali, carenze sanitarie nelle cucine che hanno portato all’immediata chiusura delle attività imprenditoriali. L’attività ha consentito di recuperare circa 30.000 euro di contributi evasi e 15.000 di premi assicurativi, oltre che contestare al gestore sanzioni per 35.000 euro.

A Mestre chiuso un locale gestito da un cittadino straniero, all’interno del quale sono state riscontrate violazioni della normativa sulla regolarità dei luoghi di lavoro, nonché gravi carenze igeniche. Maxi multa da 26.000 euro e licenza sospesa.  

Infine, a Quarto d’Altino locale chiuso e maxi multa di 45.000 euro. Si tratta di un locale, sempre a conduzione straniera, all’interno del quale sono stati trovati 2 lavoratori non registrati. I militari hanno scoperto i due lavoratori nell'atto di somministrare bevande ed alimenti ai clienti, senza le previste autorizzazioni sanitarie e senza copertura assicurativa e contributiva. Si tratta, in aggiunta, di un locale sconosciuto al fisco, gestito da una cittadina di origine marocchina, inquadrato come Associazione Sportiva, che celava una vera e propria attività imprenditoriale mai iscritta al Registro delle Imprese. Il locale è stato sospeso.

Le principali norme sulle sicurezza non rispettate riguardano: omessa formazione/informazione sulla sicurezza dei lavoratori, omessa installazione di impianto antincendio, omessa dotazione di presidi di pronto soccorso, omessa valutazione dei rischi aziendali, omessa redazione del Piano di Emergenza ed Evacuazione, mancato rispetto delle norme in materia di igiene e salute.

Ultimo aggiornamento: 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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