Nicolas morto investito a Jesolo, il testimone in lacrime: «Ero accanto a lui. In quattro anni ho perso 10 amici in incidenti stradali»

Lunedì 24 Luglio 2023 di Emanuela Furlan
Nicolas morto investito a Jesolo, il testimone in lacrime: «Ero accanto a lui. In quattro anni ho perso 10 amici in incidenti stradali»

MUSILE - «In quattro anni ho perso dieci amici». Francesco Berto, 26 anni, scuote la testa, sconvolto nel ricordare quanti amici sono morti, quasi tutti in incidenti stradali, quasi tutti di Musile. Erano suoi amici i quattro ventiduenni Eleonora Frasson, Leonardo Girardi, Riccardo Laugeni e Giovanni Mattiuzzo, deceduti nel tragico incidente stradale il 14 luglio 2019 di ritorno da Jesolo. Erano suoi amici i due giovani poco più che ventenni Tommaso Cattai e Mattia Pavanetto che due settimane fa hanno perso la vita in uno scontro mentre erano diretti in auto a Jesolo. E ora l’amico di sempre, Nicolas Maritan, deceduto in via Ca’ Gamba poco dopo le due di sabato notte.

IL FILM DELLA TRAGEDIA

E lui, Francesco, era alla guida dell’auto che in via Ca’ Gamba a Jesolo è stata centrata dalla Toyota Yaris che ha sbalzato lontano Nicolas, provocandone il decesso sul colpo.

Francesco ripercorre con il volto stravolto dal pianto ma con estrema lucidità quei tragici istanti. «Eravamo in quattro - racconta - Io al volante della mia Focus, accanto a me la nostra amica Valeria Mion e dietro Nicolas e Christian Sciara. Avevamo trascorso la serata insieme in piazza Mazzini, dove ci aveva raggiunto verso mezzanotte e mezza Valeria, che aveva terminato di lavorare tardi in un negozio del Lido dove fa la stagione. Verso le due ci siamo diretti in via Ca’ Gamba, dove Nicolas e Christian avevano preso in affitto un appartamento per i mesi estivi, per essere vicini al lavoro».

COLLEGHI DI LAVORO

I due erano infatti colleghi nell’agenzia immobiliare “L’arte di abitare” di piazza Drago. «Loro sono scesi dalla macchina - prosegue Francesco - Mi avevano chiesto di lasciarli lì perché la casa è in fondo alla stradina di sassi. Christian si era diretto verso l’appartamento, mentre Nicolas si è messo a lato dell’auto per aiutarmi a fare manovra e immettermi sulla strada, visto che non c’è illuminazione e un cespuglio mi ostruiva la visuale. La mia auto non ha né telecamera né sensori: ho iniziato a fare lentamente retromarcia e guardato a destra, dove avevo ormai la visuale libera dal cespuglio e dalla recinzione della casa. Mi sono fermato quando a destra ho visto dei piccoli fari in lontananza. Forse è stato il sesto senso a bloccarmi. Anche Valeria, accanto a me, si è accorta dell’auto, che però appariva lontana. Neanche il tempo di andare avanti che, questione di attimi, mi sono trovato con la macchina nel fossato, con l’albero che mi ha fatto un po’ da paraurti. La mia vettura si è spostata di 5 metri: ed è incredibile, perché la Focus è pesante ed è stata spostata da un’utilitaria. Ho avuto l’impressione che la Toyota Yaris andasse a una certa velocità. Forse il guidatore non ci ha proprio visto, anche se la mia auto aveva i fari accesi».

SBALZATO LONTANO

Nello schianto Nicolas, che era a piedi vicino all’auto del suo amico, è stato sbalzato lontano dalla vettura ed è deceduto sul colpo. Il conducente della Yaris si è fermato e ha subito allertato il 118. Purtroppo, quando sono arrivati i soccorsi, i sanitari non hanno potuto fare nulla per Nicolas. Francesco e Valeria nell’urto hanno riportato solo alcune contusioni ed escoriazioni, soprattutto dovute alle cinture di sicurezza.

SENZA PACE

Ma Francesco non si dà pace per l’ennesima morte di un suo amico nell’estate jesolana. «Lì in certe ore si pensa che la strada sia libera. Non ci sono dossi, così si va sparati - ammette - Un dosso fa rallentare, ti limita, ti costringe a rallentare per non spaccare le sospensioni. Sarebbe la soluzione migliore. E poi il problema principale è che a Jesolo non ci sono trasporti notturni per i giovani. Ci sono bus solo fino a mezzanotte. L’unica alternativa sono i taxi, abbastanza costosi: chiedono anche 50 euro per il tragitto da San Donà a Jesolo. E così i giovani sono obbligati ad andarci in macchina». A volte, purtroppo, con tragiche conseguenze.

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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