Gianluca Forcolin, il nuovo coordinatore di Forza Italia del veneziano: «Così ora cambierà il partito»

Lunedì 15 Gennaio 2024 di Davide De Bortoli
Gianluca Forcolin, il nuovo coordinatore di Forza Italia del veneziano: «Così ora cambierà il partito»

SAN DONA’ - Telefono bollente ieri per il nuovo coordinatore di Forza Italia del Veneziano. Gianluca Forcolin ha rotto una situazione di pesi e contrappesi nel partito fondato da Berlusconi che durava da oltre dieci anni. In settimana lo attende la prima riunione del nuovo direttivo provinciale composto da 14 persone: nove del gruppo forcoliniano e cinque della lista di Michele Celeghin, coordinatore uscente. Il primo impegno sarà concentrarsi sui 16 Comuni che vanno al voto in maggio: Spinea, Noale, Portogruaro quelli con possibile doppio turno. Gli altri sono Stra, Camponogara, Cona, Concordia, Meolo, Fossalta di Piave e di Portogruaro, Ceggia, Gruaro, Teglio Veneto, Cinto Caomaggiore, Annone. 

«In merito al congresso, portare quasi un migliaio di persone sabato all’hotel Antony a Marcon è stato un bell’esercizio di democrazia - spiega Forcolin – in totale 915 votanti pur appartenenti a due liste». 

Forcolin, sul numero dei votanti si sono accesi i riflettori, dopo l’adesione dell’ex vice di Zaia a Fi nel luglio del 2023, i tesserati sono passati da 70 a circa 1.300 in provincia di Venezia. Ma come si spiega il boom di tessere? 

«I forzisti storici sono rimasti, in più è arrivato un gruppo vicino a me, e quelli convinti dal segnale di rinnovamento lanciato dal coordinatore regionale Flavio Tosi. Erano oltre 250 i votanti dal Basso Piave, ma c’è stato un apporto da tutto il Veneto orientale. Del pari è stata importante l’alleanza e la condivisione con i forzisti di Chioggia Beniamino Boscolo e Sandro Marangon». 

Perc la diaspora dalla Lega e come si radica il partito sul territorio? 

«Gran parte di chi ha aderito a Fi ha fiducia in me, e continueremo i progetti che avevamo in Lega. La casacca è cambiata ma si tratta pur sempre di lavorare per il territorio. Ero stato emarginato nella Lega salviniana, pur non avendo fatto nulla. Tosi conosce il mio valore, e l’impegno che ho messo per anni. Fi e Lega condividono i valori cristiani, principi liberali sul mondo dell’impresa, temi come il garantismo. Ero federalista con Bossi e sarò il più autonomista dei forzisti, porterò avanti queste mie convinzioni in Fi. L’autonomia è uno degli aspetti più importanti».

Cambia la linea del partito?

«Cambia perché è inclusiva, voglio infondere entusiasmo nei sostenitori e contrastare l’astensionismo. In questi anni per Fi non c’è stato tanto consenso, non è polemica ma una presa d’atto in provincia di Venezia. Il primo scossone in Veneto lo ha dato Tosi per rianimare un paziente che aveva bisogno di stimoli».
Cosa resta del duello con Celeghin e quali saranno i rapporti con la vecchia guardia di Fi?
«Fino a domenica scorsa ho provato a trovare un accordo con Celeghin che in modo sincero mi ha detto di avere pressioni per andare alla conta. La loro campagna è stata improntata sul “non svendere Fi agli ex leghisti”, ma ci sono tanti forzisti della prima ora che mi hanno sostenuto. Significa che il gruppo di Celeghin è una frangia. Queste migrazioni tra partiti ci sono sempre state. Mi sono stupito, piuttosto, di vedere a Marcon qualche forzista di una certa età, ligio al dovere, proveniente in particolare da Fossalta di Piave». 

Quali sono i rapporti con la Lega e Zaia? 

«Tra i mille messaggi di congratulazioni mi è arrivato quello del segretario provinciale leghista Sergio Vallotto, dell’eurodeputata Rosanna Conte e di Fabiano Barbisan. Non quello di Lucas Pavanetto di Fdi ma penso ci sentiremo. Non sputo sul piatto dove ho mangiato, sono sempre stato fedele a Zaia, i rapporti sono improntati nel leale rispetto, poi in campagna regionale ognuno dirà le sue, parleremo di quello che funziona e non funziona in Regione tra cui il tema della sanità».

I rapporti con Coraggio Italia? 

«Attendo di capire chi sarà il nuovo coordinatore provinciale. Con Brugnaro ci sono buoni rapporti, è un bravo sindaco. Coraggio Italia è un partner del centrodestra ma non è Fi. Anche in merito alla vicenda con Celeghin questa promiscuità è stata accentuata, mentre ora sono due parrocchie diverse».

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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