Furto alla Cipressina, una donna non testimonia: «Mia figlia è stata minacciata, ho paura»

Martedì 15 Novembre 2022
San Lorenzo Giustiniani dove è avvenuto il furto
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VENEZIA - Avevano alleggerito un appartamento e in casa di uno di loro erano stati trovati oggetti sacri rubati nella chiesa di San Lorenzo Giustiniani.
Ma, nel corso del processo per furto in abitazione e ricettazione è saltata fuori la lettera ai carabinieri della madre di una testimone nella quale si diceva in modo abbastanza esplicito che la figlia è stata minacciata, ha paura e non si sarebbe mai presentata a testimoniare. La lettera è stata letta dal giudice Ilaria Sichirollo e messa agli atti. Per gli avvocati che calcano le aule di tribunale, episodi di testimoni che spariscono perché hanno paura non sarebbero così infrequente come si potrebbe pensare. Tuttavia, a Venezia ha lasciato il segno.
Il giudice ha condannato Badr Essiya, 34 anni, immigrato di seconda generazione nato a Treviso e residente a Mestre, a 5 anni, 2 mesi di reclusione e a 1.200 euro di multa. Per Bayram Dojzi, 20 anni, tunisino, già detenuto a Venezia, il giudice ha inflitto la pena di 5 anni e mille euro di multa. I due erano stati chiamati a rispondere a vario titolo e in concorso con altre persone che hanno scelto un rito alternativo, di furto in appartamento e di ricettazione di alcuni oggetti sacri.
La legge, infatti, ha da qualche anno istituito il reato di furto in abitazione il quale prevede pene molto più severe del semplice furto, con il carcere da quattro a sette anni.

IL FURTO
Essiya e Dojzi erano ritenuti responsabili di essere penetrati in una casa vicino al Terraglio portando via due biciclette in carbonio, una Fiat panda e alcuni capi di vestiario nell'ottobre 2020. Il furto era avvenuto alle sei del mattino. Gli agenti della Squadra Mobile erano arrivati a loro grazie alle telecamere di sicurezza del Comune che avevano ripreso la banda mentre scaricava le biciclette rubate da una Panda, quella risultata poi rubata. Il confronto delle immagini di sicurezza con la banca dati delle forze di polizia avevano permesso una facile individuazione.
Le telecamere installate dall'amministrazione comunale e continuamente implementate con strumentazione più avanzata, hanno consentito di risolvere moltissimi casi del genere.

A Venezia, qualche anno fa, la polizia locale aveva inseguito letteralmente i ladri con le telecamere.

LA RICETTAZIONE
In casa di Essiya, inoltre, la polizia aveva rinvenuto nel corso di una perquisizione avvenuta a fine 2020 alcuni oggetti utilizzati per le funzioni liturgiche. Tra questi, un'ampollina risultata provento di furto nel patronato della parrocchia di San Lorenzo Giustiniani. Inoltre, era stato trovato anche un porta ostie, provento di furto sempre dell'ottobre 2020 nel patronato di San Lorenzo Giustiniani.

APPELLO
Per i due imputati (Essiya assistito dall'avvocato Giovanni Zago, Dojzi con l'avvocato Federico Tibaldo) il pubblico ministero aveva chiesto una pena esemplare. La pena comminata dal giudice è stata ritenuta eccessiva dalle difese. Infatti, l'avvocato Tibaldo ha già detto che ricorrerà in Corte d'Appello.
 

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