Una funivia sulla laguna di Venezia: il progetto "fantascienza" dell'ingegnere datato 1923

Domenica 10 Ottobre 2021 di Pieralvise Zorzi
Una funivia sulla laguna di Venezia: il progetto "fantascienza" dell'ingegnere datato 1923
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VENEZIA - Nel 1923, l'ingegner Vittorio Italo Maraffi ipotizza la realizzazione di una sistema di collegamento pubblico per unire San Marco al Lido, ma anche altre zone della città.

Il piano prevedeva l'uso di vaporetti agganciati ad un cavo subacqueo.


LA STORIA
Riesco benissimo ad immaginare gli occhi grigi di mio nonno Elio, allora caporedattore della Gazzetta di Venezia, sgranarsi nel leggere il titolo del pamphlet recapitatogli nel 1923 con dedica dell'autore. La Funivia Lagunare per collegare Venezia al Lido. Avrebbe dovuto funzionare con un cavo-guida sublagunare il fantasioso progetto dell'ingegner Vittorio Italo Maraffi, che era già noto per una proposta dal titolo Come si può sfruttare il sottosuolo di Venezia per la costruzione di latrine sotterranee e locali di pulizia. 
Con l'idea della funivia, Maraffi si piazza ai primi posti quanto a fantascienza nei trasporti lagunari. Non al primo, perché all'inizio della presentazione dell'idea lui stesso cita la galleria subacquea del 1912 dell'ingegner Daniele Donghi, che partiva dai Giardini Reali, a San Marco e finiva al Lido, in località Quattro Fontane, passando per San Giorgio e la Giudecca.


LE IDEE

Ci si potrebbe meravigliare che da allora esso non abbia avuta sollecita attuazione, loda il nostro, salvo nella pagina dopo smontare il progetto. Poi cita un altro tunnel sub-lagunare (sic) tra Sant'Elena (a Castello) fino al Lido, a Santa Maria Elisabetta, col beneficio di minor spesa contro il danno di minor comodità. Ancora: ecco il signor Severino Perale che genialmente illustrava un progetto di speciali carrelli detti trasbordadori su rotaie fissate al fondo lagunare mediate fondazioni ampie e robuste. Infine lui stesso ventila la possibilità di fare una funivia o teleferica con vetture sospese. Dopodiché nelle prossime righe smonta tutti con molto buonsenso e ammette che dopotutto il mezzo migliore è sempre il vaporetto. Quindi espone la sua idea, che è di non cambiare niente ma aggiungere un dispositivo da adottarsi solo quando la navigazione è sospesa in causa della nebbia.


IL PROGETTO

I vaporetti non avevano il radar, negli anni '20. E lì parte con alcune considerazioni di fisica e poi svela il mistero: il progetto si chiamerà Funivia o Cavo Guida Lagunare. Sul fondo della laguna, tra una sponda A che potrebbe essere a Venezia e una sponda B al Lido verrà adagiato un cavo guida solido ed elastico e i battelli saranno semplicemente agganciati ad esso con un sistema di carrucole sulla fiancata. Semplice, vero? Il battello va avanti con il suo motore ma non può né sbandare né sbagliare rotta, perché è vincolato al cavo. A questo punto il Maraffi si monta un po' la testa, e sviluppa tutto un sistema di traghetti, proponendo anche un battello a due prue che non deve neppure virare per invertire la rotta. Segue una pagina di costi: l'operazione costerebbe solo 20 mila lire di allora, più o meno 19.624,50 euro di oggi. Neanche poi una gran cifra, ammettiamolo, per traghettare in sicurezza e senza ansia. I costi però raddoppiano per l'allacciamento tra il Molo di San Marco e il Lido, a Santa Maria Elisabetta. Certamente, il percorso è lungo, ci vogliono tre chilometri di cavo e bisogna prevedere una fermata intermedia ai Giardini di Castello, soprattutto se si incrociano due battelli in direzioni opposte. Qui la spiegazione è un po' più complicata ma in compenso c'è un bel disegno esplicativo, e poi una bella rassicurazione molto attuale oggi: Notisi che per l'esecuzione di questo transito non è necessaria alcuna opera di escavo!.
Nelle pagine successive Maraffi alterna proposte a modestia, si pone da solo saggiamente i problemi e li risolve e conclude con una frase da bravo venditore: Il concetto fondamentale del progetto è la grande semplicità e la lieve immobilizzazione di capitale. Tutto sembra semplice a Maraffi: il cavo nella buona stagione si tira in secco e non occorrono prove idrauliche, né sponde o rive speciali, né nuove macchine; il materiale nautico rimane quello che è e il personale non viene né mutato né aumentato. Maraffi però nell'entusiasmo allarga l'orizzonte: si potrebbe applicare l'idea anche collegando Venezia a Mestre; sulla dorsale Venezia-isola di San Michele (cimitero)-Murano; da San Marco verso la zona della Marittima, e sulla Venezia-Marghera, a Fusina. 


TECNICISMI

Pieno di speranze e con il suo ottimismo Maraffi conclude affidando il progetto ai molti abitatori delle isole, i quali se accetteranno l'idea potranno sperare che in un giorno non troppo lontano potranno ritenersi non più disgiunti dalla Città mercè l'applicazione di un semplice cavo-guida. Sembra finire qui ma c'è una postfazione dove il Nostro, come molti creativi, si perde in varianti più complicate, carrucole a motore, cavi guida emersi, barche senza motore, insomma una vera funicolare marina ma poi ammette che ecco, un cavo emerso sarebbe stato un po' pericoloso per la navigazione. Sono gli anni della Marittima, della nuova Stazione di Porto Marghera, ma anche di eventi culturali di grande importanza. In questo fermento che tanto promette ma che col senno di poi creò le premesse dei problemi odierni, Maraffi si muove con modestia: il suo pamphlet costa lire 2,50. In fondo, vuole collegare tutta la Laguna a basso costo, senza scavi, senza cambiar nulla, con un cavo guida che neppure si vede. Nessun danno al nostro ecosistema. Sarà anche stato un sognatore ma alla Laguna ci teneva davvero.

 

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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