Red carpet invisibile ma il miracolo del cinema c'è, Cate Blanchett: «Ce l'abbiamo fatta»

Giovedì 3 Settembre 2020 di Alda Vanzan
Cicutto e Barbera, presidente e direttore di Venezia 77
VENEZIA - Nonostante il muro, le mascherine e tutte le altre regole anti-Covid, Venezia 77 è iniziata e ha fatto venire davvero la voglia di cinema. Il cinema che fa sognare e che racconta i dolori, il cinema dei grandi interpreti ma anche del pubblico che dopo mesi di visioni in streaming dal salotto di casa ha riscoperto il fascino in presenza del grande schermo.

EMOZIONI
La cerimonia inaugurale del festival di Venezia è stata un condensato di emozioni per i 500 invitati in Sala Grande, mentre altri 500 in virtù del distanziamento si sono dovuti accontentare della diretta in Sala Darsena. Ma è stato comunque uno spettacolo. Per l'omaggio a Ennio Morricone, quattro minuti delle celebri note di 'C'era una volta in America' eseguite dalla Roma Sinfonietta diretta dal figlio del maestro, Andrea, che hanno provocato un lunghissimo applauso e i primi ad alzarsi in piedi sono stati il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini e il presidente della Biennale Roberto Cicutto. Una standing ovation piena di affetto.
Poi il palco si è tinto di rosa, tutta la scena dominata da donne. Quattro. Per prima la madrina Anna Foglietta che anziché presentarsi direttamente sul palco ha attraversato la Sala Grande, l'emozione l'ha tradita solo un attimo quando a Cicutto si è rivolta chiamandolo direttore salvo subito scusarsi, poi ha recitato con passione il suo amore per il cinema e per la vita ringraziando tutti quelli che hanno lottato durante l'emergenza sanitaria e mandando un abbraccio ai familiari delle vittime del Covid. «È stata dura, lo è ancora adesso, ma abbiamo il dovere di immaginare e costruire il mondo che verrà».



Dopo di lei Cate Blanchett, l'australiana presidente della giuria di Venezia 77. «In questi sei mesi ho parlato solo ai miei maiali e alle mie galline, è un piacere essere qui», aveva detto in mattinata ai giornalisti. «Siamo qui e ce l'abbiamo fatta. È un miracolo. E questo è solo l'inizio», ha ripetuto in Sala Grande. Tre, Joanna Hogg, la regista britannica che ha raccontato chi è Tilda Swinton, una lode all'amica e collega che di lì a pochi istanti avrebbe ricevuto il Leone d'oro alla carriera. E quattro, appunto, Tilda. «Pura gioia essere qui», ha detto l'interprete della Regina Isabella nel film Edoardo II, Coppa Volpi a Venezia nel 1991 che ieri in passerella si è presentata con una maschera di metallo dorato con il bastoncino, come si usava nelle corti reali. «Possiamo continuare a fare affidamento sul grande, elastico, vasto, selvaggio, brioso, sconfinato e perpetuamente inclusivo Stato del Cinema», ha detto. E quando ha ringraziato la «sublime Venezia» ha aggiunto una frase che nel testo consegnato alla Biennale non c'era e che forse il sindaco Luigi Brugnaro, nonché vicepresidente della Fondazione, non avrà gradito: «Venezia finalmente libera dalle navi da crociera».

IL DOCUMENTO
Ancora spettacolo, una domanda semplice: cos'è il cinema? E sullo schermo attori e registi, fra George Clooney a Paolo Sorrentino, che hanno dato le loro risposte. 
Da ultimo i sette direttori dei principali festival europei, Carlo Chatrian (Berlinale), Thierry Frémaux (Cannes), Lili Hinstin (Locarno), Vanja Kaludjeric (Rotterdam), Karel Och (Karlovy Vary), José Luis Rebordinos (San Sebastian), Alberto Barbera, assente solo Tricia Tuttle del London Film Festival per ragioni familiari, che, assieme, hanno letto il documento scritto per testimoniare il sostegno a tutti coloro che fanno cinema. Tutto questo in sessanta minuti esatti, senza sbavature, senza lungaggini, finché le luci si sono spente per il film Lacci di Daniele Lucchetti.

IN PASSERELLA
E non si dica che è mancato il glamour. È mancato, semmai, il contatto con i fan, impedito da un muro alto due metri e mezzo che ha reso invisibile il red carpet. Sul tappeto rosso hanno trionfato i blu, l'ottanio della madrina Anna Foglietta, il bluette di Roberta Armani e quello ancor più acceso di Tiziana Rocca
E poi gli ori di Sandra Milo e l'argento della cantante Elodie, ma anche i broccati dell'abito scultura dedicato a Venezia realizzato da Antonia Sautter e indossato dall'attrice Beatrice Schiaffino. Certo, non c'è stata la folla degli anni passati. Tra gli assenti il governatore Luca Zaia: «Ma al Lido verrò le prossime sere, abbiamo fatto di tutto per sostenere questa Mostra del cinema».
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