«Ex ospedale, pronti a ripartire»: il Gruppo Alì a due anni dall'acquisto dell'area

Venerdì 16 Luglio 2021 di Fulvio Fenzo
Il progetto dell'ex-ospedale di Mestre

MESTRE - «Il Covid ha fermato anche noi, almeno su questo fronte. Ma subito dopo l’estate torneremo a concentrarci su questo intervento».
Passa il tempo, e passa veloce. Oggi sono già due anni da quando il gruppo Alì, leader nella grande distribuzione, ha acquistato all’asta i cinque ettari su cui sorgeva l’Umberto I, l’ex ospedale di Mestre, con una gara al rialzo partita da 15 milioni di euro e arrivata, rialzo dopo rialzo, alla bellezza di 26 milioni e 500mila euro, quando la Dream House Mestre - società immobiliare che è ora impegnata in altri progetti in città - è stata costretta a gettare la spugna. Un investimento clamoroso che aveva fatto gridare al miracolo, dopo anni di delusioni per il naufragio del progetto iniziale di recupero urbano dell’area situata nel cuore della città, ma che - come tutto e come tutti - ha dovuto fare il conti con la pandemia che ha tagliato le gambe alla salute e all’economia mondiale. Ma ora, sperando che sia definitivamente passata la fase più critica dell’emergenza, il gruppo Alì è pronto a ripartire a pieno ritmo dal punto in cui avevamo lasciato i progetti abbozzati nel settembre scorso, cioè da quel “Masterplan del Castelvecchio”, chiamato così in omaggio al Castello Vecchio, ossia il borgo più antico di Mestre che sorgeva proprio lì nelle aree prossime a piazza Ferretto.
 

BATTUTA D’ARRESTO
«Un anno e mezzo di Covid ha rallentato il processo in quanto con l’emergenza le priorità sono andate verso altri settori per tutti - spiegano dalla sede centrale del gruppo padovano fondato da Francesco Canella -. Adesso, dopo l’estate, c’è tutta l’intenzione di concentrarsi su questo intervento». Un chiaro messaggio di ripartenza con la conferma della massima collaborazione che continuerà con il Comune. E se nel primo anno Alì aveva provveduto prima a fare pulizie radicali dell’area abbandonata da quasi un decennio, sigillando ogni accesso agli edifici rimasti in piedi che in passato erano preda degli sbandati, e quindi procedendo con tutti i rilievi fino ad arrivare ad annunciare il coinvolgimento di Joao Nunes, archistar portoghese considerato uno dei migliori paesaggisti al mondo. Poi, appunto, la presentazione nel settembre scorso di quella che doveva essere la bozza del Masterplan da portare in Consiglio comunale (dove però non è ancora arrivata, visto che quella esistente è ancora del tutto ipotetica), nella quale comunque era chiara l’intenzione di costruire un pezzo di “città sostenibile” perché, dei 43mila metri quadrati disponibili, 25mila saranno dedicati tutti a verde con percorsi pedonali, compreso quello del Castelvecchio che passa per l’antico ponte di entrata in città rimasto ancora in piedi.
 

IL PROGETTO
Certo, lungo il corso del Marzenego ci saranno anche sei edifici: cinque dedicati alla residenza (200 appartamenti per 600 nuovi residenti) e una torre a fianco del condominio Donatello che ospiterà uffici e altre funzioni direzionali. Previsto pure un grande parcheggio sotterraneo da 350 posti e altri 150 a raso che dovranno essere in grado di soddisfare le esigenze di parcheggio dell’area riqualificata, ma anche quelle dei mestrini che usufruiscono da anni per maxi park da quasi 500 stalli ottenuti “in prestito” dalla proprietà ma che, quando arriveranno le ruspe, dovrà essere smantellato. Infine, ovviamente trattandosi di un’operazione capitanata dal Gruppo Alì ma al quale si affiancheranno quasi sicuramente altri partner almeno per la parte residenziale, ci sarà anche un supermercato da 2500 metri quadrati (che andrà a sostituire l’Alì già presente lì a due passi in piazzale Candiani) che avrà l’aspetto dei magazzini veneziani con copertura a due falde sulle quali verranno installati pannelli fotovoltaici, già disegnato per ricordare gli spazi espositivi delle fiere dell’Ottocento. Insomma, da settembre Alì ripartirà da tutto questo. E, Covid permettendo, non avrà più intenzione di fermarsi.
 

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