Emergenza alloggi a Venezia: 10mila studenti fuori sede su 25mila sono in cerca di casa. Affitti fino a 1700 euro al mese

Martedì 15 Novembre 2022 di Valeria Turolla
Laureati in Piazza San Marco
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VENEZIA - Dei quasi 25mila studenti universitari che frequentano gli atenei veneziani tra Iuav, Ca' Foscari e Accademia di Belle Arti, circa 10mila sono fuori sede e in cerca di alloggio. A fornire questi dati gli studenti del Collettivo Lisc, che da mesi manifestano per accendere i riflettori sul tema della mancanza di case per studenti a Venezia. Quello della ricerca di un alloggio dignitoso, a prezzi accessibili, è da anni un problema endemico tra gli universitari. «È arrivato il momento di fare i conti con la realtà: a Venezia non ci sono abbastanza case per gli studenti fuori sede commenta Eleonora Sodini del Collettivo Lisc Quello della casa è da anni un problema difronte al quale sia le Università che il Comune hanno preferito girare la testa dall'altra parte, ma è arrivato il momento di affrontarlo con serietà e lungimiranza».

Il Lisc racconta di una situazione ormai diventata ingestibile per chi si trova a dover scegliere tra appartamenti spesso fatiscenti, offerti a prezzi molto alti, con contratti transitori che vanno da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno di durata.

I PREZZI
Le tariffe chieste dai privati che affittano a studenti un posto in una stanza doppia vanno dai 250 ai 400 euro mensili, mentre per un intero appartamento, da condividere, il canone arriva a toccare i 1700 euro al mese. «Le case che si trovano sul mercato sono quelle non ritenute idonee per le affittanze turistiche proprio perché in condizioni pessime spiega Sodini Si tratta di abitazioni fatiscenti, che i proprietari affittano agli studenti per ottenere una rendita senza l'obbligo di ristrutturarle, come richiesto invece dal mercato turistico». Non sembra andare meglio a quanti scelgono di rivolgersi alle residenze universitarie che offrono diverse tipologie di alloggi, con una serie più o meno vasta di servizi accessori, proposti a cifre di poco più basse a quelle di mercato. Da parte sua Ca' Foscari sottolinea però come l'Ateneo dal 2011 ad oggi abbia inaugurato ben due residenze per studenti: la più grande a Santa Marta, in grado di accogliere 640 ospiti, e una a San Giobbe da 225 posti ed è pronta a inaugurarne un'altra a Mestre, in via Torino, con 142 alloggi, a partire dai primi mesi del 2023: «Con l'apertura della residenza di Mestre spiegano da Ca' Foscari l'ateneo supererà i mille posti letto messi a disposizione tra la città storica e la terraferma, grazie a un considerevole investimento economico, in una realtà particolare come quella di Venezia, dove il problema delle case non è certo gestibile come in una qualsiasi altra città». L'università veneziana sottolinea che, nelle sue residenze, la maggior parte dei posti è affittata a prezzi regolati secondo le norme per il diritto allo studio, come previsto dalla legge regionale in materia, e in regime di social housing, mentre solo una piccola parte, residuale, segue i prezzi del libero mercato. In tal senso l'ateneo ricorda di aver sottoscritto un accordo con l'Esu, con cui collaborerà in misura sempre maggiore anche in futuro, proprio per venire incontro alle esigenze degli studenti. Ca' Foscari, rimarca il proprio impegno su questo tema, ricordando anche di aver già presentato un progetto di riqualificazione dell'ex Caserma Pepe al Lido, da trasformare in residenza, dove la maggioranza dei posti sarà offerta a tariffe agevolate.

IL PROGETTO
«Il progetto, cofinanziato con i fondi previsti della legge 338, del 2000 per l'edilizia universitaria fa sapere se accolto, porterà all'ulteriore implementazione di alloggi disponibili». Ma per il Lisc il problema in questo caso non sarebbe rappresentato solo dal prezzo troppo alto: «Le residenze come il Camplus a Santa Marta ribatte Sodini di Lisc sono l'emblema di un approccio sbagliato al tema: si tratta di camere esclusive, lontane dall'essere vere abitazioni, che non consentono a chi vi abita di inserirsi nel tessuto cittadino, isolando la realtà studentesca dalla vita reale di Venezia: casa vuol dire anche socialità». Esistono poi convitti convenzionati con le università, offerti da enti ecclesiastici o privati, dove è possibile soggiornare a tariffe simili a quelle di mercato, accettando di rispettare regolamenti più o meno restrittivi: «Molti raccontano di coprifuoco a mezzanotte e limitazioni ad ospitare amici o a possedere un frigorifero. Così la casa si riduce di nuovo a mero dormitorio». La difficoltà di trovare un alloggio in città si ripercuote anche sulle scelte che gli studenti compiono per il loro futuro: «La casa rappresenta il primo mattone per costruire qui il nostro domani conclude Sodini Questa situazione, spinge molti ad abbandonare la città appena laureati. Offrirci la possibilità di restare sarebbe una scelta lungimirante, un investimento per la sopravvivenza stessa di Venezia come città viva».

 

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