VENEZIA - «Inconcepibile. Nemmeno il Duce sarebbe arrivato a tanto...».
Certo, quella sorta di ologramma che compare su una lastra in un angolo del nuovo hotel Santa Chiara, l'albergo appena inaugurato che sta dividendo Venezia per quell'ampliamento a cubo di pietra, un che di "impero" lo richiama.
In pochi l’hanno notato in un primo tempo, ma sull’angolo dove si incontrano le facciate che danno sul ponte di Calatrava e su piazzale Roma, compare un volto: quello di Elio Dazzo, proprietario dell’hotel Santa Chiara nonchè presidente dell’Associazione pubblici esercizi. L’effigie di Dazzo così sorveglia bonaria chi transita sul ponte di Calatrava e si affaccia verso la stazione, dove Dazzo è proprietario anche dell’F30, il locale che ha aperto nell’ala restaurata ai piedi del ponte. Un "sobrio" memento ai possedimenti al di qua e al di là del Canal Grande? Ovviamente subito ripreso in grande dai social.
In realtà era uno scherzo. Un’idea di Dazzo per sdrammatizzare l’astio e i commenti cattivi che sono arrivati i due soli giorni. In realtà l’immagine già oggi non si dovrebbe vedere più».