I giorni peggiori, nelle farmacie non si trovano più i saturimetri

Venerdì 13 Novembre 2020 di Davide Tamiello
L'ospedale di Mestre
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Il virus continua la sua avanzata e nel giorno della nuova ordinanza del presidente della Regione Luca Zaia si aggiungono 5 nuovi decessi a quello che, ogni giorno di più, sembra un bollettino di guerra. E i cittadini stanno correndo ai ripari, come consigliato anche dal Cts: dalle farmacie sono praticamente andati a ruba i saturimetri. 
Il trend sembra essere tornato ai ritmi di aprile anche nella più nera delle statistiche, considerando che in questa ultima settimana le vittime per (o con) covid nel Veneziano sono state 38, una media di oltre 5 al giorno (portando a 435 il totale dall’inizio della pandemia). L’altra statistica da campanello d’allarme è quella dei ricoveri: in primavera si era arrivati a un picco di 308 il 31 marzo. Cifra già ampiamente superata martedì (322) e mercoledì (336). La terza peggior giornata in assoluto è stata quella di ieri con 322 persone in ospedale tra area non critica e terapia intensiva: 56 a Mestre (9 in terapia intensiva), 29 a Venezia (3), 7 a Mirano (2), 113 a Dolo (14), 13 a Chioggia (1), 1 a Noale, 13 a Villa Salus, 1 al Fatebenefratelli, 33 a Jesolo (5), 1 a San Donà (in terapia intensiva), 2 a Portogruaro (1).

Al momento sono 7.724 i positivi (0,89 per cento): i nuovi contagi di ieri sono stati 361, su un totale dall’inizio della pandemia di 13.263. Ieri all’ospedale dell’Angelo di Mestre, per evitare assembramenti in pronto soccorso, è stato allestito un tendone all’esterno per contenere i parenti dei ricoverati (non covid, ma per quanto riguarda le altre degenze). 


CASE DI RIPOSO E SCUOLE
In questo momento la massima attenzione va alle persone più fragili e più a rischio: gli anziani. La situazione nelle case di riposo, rispetto ad aprile, è migliorata. Stando ai dati dell’ulss 3, infatti, ad aprile era positivo un ospite su dieci: 315 contagiati e degenti in strutture, 34 ricoverati in ospedale. A ieri, invece, il dato è sensibilmente calato: 204 totali i positivi in struttura, con una percentuale di positivi sul totale del 6,4%. 
L’altro fronte, sempre caldo, è quello delle scuole. Al momento le classi dell’area Ulss 3 con almeno un alunno trovato positivo sono 175 (su un totale di 449 dall’inizio dell’anno scolastico). Ci sono 14 focolai, 118 alunni e 55 docenti positivi e 21 in quarantena. Le classi coinvolte sono principalmente nel comune di Venezia (117) ma si registrano diversi casi anche nel resto della città metropolitana: 2 a Campolongo, 6 a Camponogara, 1 a Cavarzere, 8 a Chioggia, 3 a Dolo, 2 a Fiesso, 4 a Marcon, 3 a Martellago, 9 a Mira, 4 a Mirano, 1 a Noale, 1 a Pianiga, 1 a Santa Maria di Sala, 8 a Salzano, 3 a Spinea e 2 a Vigonovo. Al momento le classi con almeno un alunno positivo sono 28 nella scuola dell’infanzia, 57 nella scuola primaria, 35 alle medie e 52 alle superiori. Tre, inoltre, alle scuole serali. L’ulss 3 ha effettuato il tampone a 6.461 alunni e 836 docenti. 


SATURIMETRI ESAURITI
Intanto, dopo l’appello del Comitato tecnico scientifico, è scattata la caccia al saturimetro. Lo strumento che permette di individuare subito un’insufficienza respiratoria, infatti, secondo il Cts dovrebbe entrare in tutte le case, proprio come il termometro. «È un articolo che è praticamente sparito dal mercato, stiamo faticando molto a reperirne di nuovi», spiega Emma Immacolata Piumelli, presidente dell’ordine dei farmacisti. «Il problema mascherine invece non c’è più: tutti hanno forniture in abbondanza e si trovano a prezzi equi», continua. Il vero problema, però, è quello relativo alle bombole di ossigeno, tanto che Piumelli rivolge un appello: «Chi l’ha terminata la riporti in farmacia perché al momento non ce ne sono più».

Coronavirus, ondata di ricoveri di bambini: "Il contagio tra casa e scuola"

PADOVA Diciassette sono i bimbi ricoverati in questo mese di novembre per il Covid nella pediatria dell' ospedale di Padova. In pratica, il 10% dei 170 adulti ora degenti per le complicanze causate dal virus. Un numero elevato, quindi, se si tiene conto che nella prima ondata della pandemia i contagi tra i più piccoli erano rarissimi.

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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