Santa Lucia e il coronavirus: una chiesa all'aperto davanti alla stazione ferroviaria

Giovedì 12 Marzo 2020
La stazione di Santa Lucia quasi deserta nell'orario di punta per il traffico dei pendolari
VENEZIA - Coronavirus e devozione popolare: un luogo di preghiera all'aperto, dedicato a Santa Lucia, davanti alla stazione ferroviaria di Venezia desolatamente vuota, stamane 12 marzo. All'apertura delle saracinesche molti i negozi che mancano all'appello a causa dell'inasprimento delle norme legate al coronavirus. Pochi i passeggeri che scendono dai treni dell'alba, quelli riservati ai pendolari che sbarcano normalmente in centro storico per recarsi al lavoro. L'unico esercizio commerciale aperto, a parte un paio di rivendite di generi alimentari, è il tabaccaio.

Si entra uno alla volta, si compra il pacchetto di sigarette e poi a passo spedito si esce per infilarsi nelle calli. Nel mare del nulla un solo punto della stazione ferroviaria ha una qualche insolita animazione, pur rispettando le distanze di sicurezza. A pochi passi dall'ingresso qualcuno ha creato una sorta di piccolo santuario dedicato a Santa Lucia, la protettrice degli occhi malati, alla quale è dedicata una chiesa poco più avanti, in Campo San Geremia. Di fronte all'effige sono state collocate delle panchine. Una signora si ferma a pregare, si fa il segno della croce e infine si allontana. Un ragazzo sosta per qualche minuto guardando il silenzio la statua dipinta, posta su un cavalletto, che raffigura la martire cristiana.

Un barbone, seduto, fissa a lungo negli occhi il busto della Santa, venerata anche in Sicilia, ai cui piedi sono state poste delle piantine fresche.
Poi si allontana zoppicando, scomparendo nella nebbia che circonda ancora la città.
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