Addio al conte del Majno, medico, primario, patrono della venezianità

Domenica 20 Febbraio 2022 di Tullio Cardona
Il conte del Majno

VENEZIA - All’età di 75 anni è scomparso ieri il conte Umberto Marcello del Majno, eccellenza nella città: già primario di Pediatria, presidente del Circolo Società dell’Unione, e per otto anni, succeduto ad Alvise Zorzi, alla guida dell’associazione Comitati privati internazionali per la Salvaguardia di Venezia, dove ha lasciato profonde tracce. «È stata la persona che ha guidato il difficile passaggio dal programma congiunto con l’Unesco alla collaborazione con il ministero della Cultura - racconta l’attuale presidente, Carla Toffolo -. Rapporto che non ha eguali nel settore pubblico e privato. Fu anche presidente degli “Amici dei Musei”.

Ricordo la sua grande capacità di raccogliere consenso attorno a sè, con esperienza ed intelligenza. Fu console onorario dei Paesi Bassi e arrivò ad essere il presidente di tutti i Comitati privati internazionali italiani, tanto che lo chiamavamo “Il presidente dei presidenti”. Aveva una grande passione per la vela e divenne anche presidente della fondazione “Andriana Marcello”, per la conservazione e la promozione del merletto di Burano». 

PSICOLOGIA DELL’INFANZIA
Del Majno si era laureato a Padova, specializzandosi poi a Verona. Nella città scaligera si occupò soprattutto degli aspetti psicologici dell’infanzia, relativi alla malattia. Infine vinse il bando per il primariato e in questa veste si impegnò prima al Lido e poi al Civile e all’Angelo. I colleghi ricordano le grandi doti di accoglienza e di disponibilità umana verso i bambini e i genitori. Umberto Marcello era il diretto discendente di Alessandro e Benedetto Marcello: donò al Conservatorio la copia della partitura originale delle “12 cantate” di Alessandro Marcello, pubblicate a Venezia nel 1708, eseguite con un concerto nella Sala Musica del Conservatorio in occasione del restauro del piano nobile di palazzo Pisani, sede dell’Istituto veneziano di musica. 
Non molto si conosce dell’attività del conte come presidente del Circolo Società dell’Unione, con sede a palazzo Mocenigo: un club particolare e assai riservato, per soli gentiluomini, dove le donne possono entrare solo se accompagnate. Persino Gabriele d’Annunzio chiese di entrarvi. Ne fa parte anche lo scrittore Pier Alvise Zorzi, di origine aristocratica.

NOBILI ORIGINI
«Di nobili a Venezia siamo rimasti in pochi - esordisce - come gli Zorzi, anche i Marcello hanno avuto un doge: Nicolò, eletto nel 1473; dapprima abilissimo ambasciatore e poi, da doge, riformatore finanziario per risanare l’erario pubblico. Coniò una nuova moneta: la mezza lira d’argento chiamata, appunto, “marcello”. Umberto era una persona amabilissima, gentiluomo sempre elegante ma non dandy, dotato di senso dell’umorismo tutto veneziano. Grande conoscitore della storia e degli usi della città. Mi mancheranno molto le nostre chiacchierate, ricche di storie bellissime. Ad esempio raccontava che fu trovata nel campanile di San Marco una camicia di suo nonno Alessandro, podestà a Venezia dal 1857 al 1859. La veste fu riconosciuta dalle iniziali e pare che il conte se la sia sfilata nella cella campanaria durante il rapporto amoroso con una gentil donzella. So che stava scrivendo una guida di Venezia per i nipoti, sorta di divertente passeggiata per la città». 
Del Majno lascia la moglie Nora e i figli Lorenzo, Vettor e Giulia. Le esequie avranno luogo martedì, alle 11, nella chiesa di Santo Stefano. 
 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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