Giovanni Alliata di Montereale, erede del conte Cini: un mecenate in laguna

Giovedì 17 Febbraio 2022 di Federica Repetto
Giovanni Alliata di Montereale accanto al busto della madre Yana Cini

VENEZIA - Giovanni Alliata di Montereale è il nipote, da parte materna, del conte Vittorio Cini che aveva sposato Lyda Borelli, attrice di teatro e diva del cinema muto. Mecenate e collezionista è protagonista della storia e della vita culturale e sociale della città. Coinvolto nel mondo dell'editoria e della finanza, continua l'opera della mamma, Yana Cini, all'interno della Fondazione Giorgio Cini.

Lei era veneziana di Dorsoduro, cresciuta nel palazzo della famiglia con due sorelle e il fratello Giorgio. Il matrimonio di Yana Cini e Fabrizio Alliata di Montereale, nella chiesa della Salute, fu raccontato nel 1953 come una cerimonia memorabile.

«Metà della mia vita l'ho passata a Roma – si sofferma Giovanni Alliata di Montereale – mentre a Venezia sono arrivato trent'anni anni fa. Mia madre volle fortissimamente, nel momento in cui purtroppo morì nel 1989, che io le subentrassi nel consiglio generale della Fondazione Cini. E, da allora sono molto coinvolto nelle attività dell'istituzione». La Galleria di Palazzo Cini è invece una raffinata casa-museo e custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica di uno dei più importanti collezionisti del novecento italiano, l’imprenditore e filantropo Vittorio Cini. «La Galleria di Palazzo Cini – prosegue - è una donazione di mia madre alla Fondazione. Aveva ereditato da suo padre i piani nobili di Palazzo Cini e tante opere d'arte ivi contenute, una parte sono ancora presenti. E' lei che volle che la Galleria fosse aperta al pubblico e, fin'ora, la Fondazione ha onorato questo impegno». «Ho accompagnato – continua – opere d'arte in varie parti del mondo quando c'erano mostre in America, a Philadelphia piuttosto che a New York, all'Israel Museum di Gerusalemme, alla Fondazione Goulandris di Atene. Tra le attività ci sono anche le istituzioni di borse di studio e il restauro di opere. Stiamo per finire il restauro di un manoscritto persiano del Seicento che verrà pubblicato nei prossimi mesi». La famiglia Cini è sempre stata presente nel tessuto della città e in particolare anche nel sociale. «L'azione filantropica di Vittorio Cini – ricorda - si estrinsecò sull'isola di San Giorgio Maggiore. Aveva istituito, sotto la guida dei padri salesiani, il centro di formazione marinaro per gli orfani di marinai e pescatori che venivano formati alle professioni del mare, e quello dedicato alle arti e mestieri. Il rapporto con il sociale e la città di Venezia fece sì che molti giovani potessero avere una formazione in linea con le tradizioni veneziane». «Condivido anche io – aggiunge - l'interesse per l'artigianato di qualità a Venezia. Ho iniziato una collaborazione con The Merchant of Venice e nella Bottega Cini ospitiamo artigiani come l'impiraressa Marisa Convento che si è stabilita con il proprio laboratorio, le vetrerie NasonMoretti, Ercole Moretti, le case editrici Marsilio e Lineadacqua, l’antica cartiera artigiana Toscolano 1381, le sculture di Giancarlo Franco Tramontin, le forcole di Saverio Pastor, le serigrafie di Gianpaolo Fallani, le Porcellane Geminiano Cozzi 1765 e altre realtà artigiane e artistiche che si vanno aggiungendo man mano. Una bottega rinascimentale reinterpretata in chiave contemporanea che mantiene viva, sviluppa e diffonde, la secolare tradizione veneziana della produzione artigianale e del commercio.

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Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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